Nella situazione drammatica in cui versa lo Spezia, al 18° posto in classifica con una sola vittoria all’attivo, sette pareggi e sei sconfitte, sono due le certezze alle quali aggrapparsi: il neo allenatore Luca D’Angelo, che ha portato serenità, fiducia, coraggio e lo straordinario pubblico spezzino che, anche a Genova, ha dimostrato in toto la sua grandezza. I numeri della squadra sono impietosi, i limiti in fase difensiva e offensiva inquietanti, le performance negative di taluni giocatori ormai la regola, ma al netto di ciò le parole del tecnico nel post Samp-Spezia, pronunciate con autorevolezza, devono infondere coraggio. L’altro aspetto dal quale trarre forza in questa situazione così complicata risiede proprio nella capacità innata degli spezzini di dare il meglio nei momenti di difficoltà. Come sottolinea La Nazione, la storia delle Aquile è fatta di discese verticali e risalite ardite, nel mezzo un popolo che non ha mai mollato, abituato a lottare contro tutto e tutti.
Due spinte per ripartire
Comprensibile l’amarezza, la delusione e la rabbia per una situazione complicatissima, frutto di tanti errori commessi, ma doveroso rialzare la testa e riprendere insieme a lottare per salvare una categoria importantissima come la Serie B. Le possibilità di riprendere la corsa per la salvezza restano intatte. D’Angelo e il pubblico devono trasmettere a società e giocatori la voglia di crederci. Allo stato attuale c’è l’esigenza di salvare il salvabile, con i Platek che dovranno prevedere, al netto delle sollecitate cessioni per alleggerire il monte ingaggi, innesti di valore nel prossimo mercato di gennaio: un difensore, un centrocampista e un attaccante. E, nel mezzo, sarebbe più che auspicabile risentire dalle voci di Robert e Philip Platek le loro intenzioni sul futuro.
Mi sembra che da parte di diversi giocatori non ci sia la voglia…….. e dai proprietari anche meno . AUGURI