Non solo sfortuna: la panchina dello Spezia è troppo corta

Contro la capolista Parma lo Spezia ha pagato dazio soltanto nel recupero, con una sfortunata autorete che ha regalato tre punti ai crociati. Ma la sfortuna da sola non basta a spiegare le differenze con gli avversari, i grandi favoriti per la promozione in A, mentre le Aquile rischiano la seconda retrocessione consecutiva. L’analisi de La Nazione parte da qui, concentrandosi sulle singole rose delle due formazioni.

Rosa competitiva troppo corta

Il quotidiano si sofferma sulle nette differenze qualitative tra le sostituzioni operate dai due allenatori nell’ultima partita. Il Parma ha potuto contare su un Under 21 spagnolo come Bernabé, ma anche su Charpentier – 10 gol in B l’anno scorso – e un altro attaccante di categoria come Partipilo. Senza dimenticarsi della grande fisicità di Bonny e dell’esperienza di Ansaldi, un veterano con tanti anni di A alle spalle. Di fronte, lo Spezia ha inserito Moutinho, protagonista dello sciagurato autogol nel finale, oltre a un inesistente Cipot subentrato a un altrettanto poco incisivo Zurkowski. Il quotidiano non risparmia critiche nemmeno a Mühl e ai subentrati Ekdal, Moro e Gelashvili, che non sono riusciti a dare un minimo apporto in seguito al loro ingresso in campo. La sfortuna c’è stata – si legge -, ma sarebbe sbagliato attribuirle tutte le colpe.

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