Sulle pagine de Il Secolo XIX oggi in edicola troviamo un’intervista a un doppio ex di Ascoli-Spezia come Marcello Grassi. Un vero cuore a metà quello dell’ex portiere, che nelle Marche ha fatto la storia ma ha fatto grande anche lo Spezia. Oggi vive in Lunigiana, nel ricordo di 124 partite in maglia bianconera (con tanto di promozione in A) che ne fecero un grande estremo difensore. Grassi ricorda tanti aneddoti, fra cui il compianto Carletto Mazzone, ma molti legati anche al campo in terra ligure: uno Spezia-Genoa su un Picco “che non faceva muovere“, le battaglie contro gente come Riva, Boninsegna, Anastasi.
Lo Spezia di oggi
Oggi non va allo stadio da molti anni, ma sui portieri (da Provedel a Dragowski e Zoet) è netto: “Non amo il ruolo del portiere di oggi, bisognerebbe parlare con chi fa calcio oggi. Ai miei tempi, Spanio giocava destro e sinistro, a testa alta ma era un centrocampista, ad Ascoli Gola era mancino pure e disegnava gioco. Oggi i portieri sono bravi con i piedi, come fossero elementi di movimento. Ma poi sulle uscite hanno problemi, sono alti due metri e non agganciano una sfera in area, timorosi di uscire, non bloccano la palla“. spiega.