Rappresenta una sorta di record nel calcio italiano, perché del Cittadella ha fatto parte della storia recente negli ultimi 19 anni insieme a Venturato e Gorini. Claudio Foscarini, dopo l’ultima esperienza all’Albinoleffe, ora segue partite e si aggiorna ma parla sempre volentieri del “suo” Citta. Con tanto di curiosità, raccontate in esclusiva ai nostri microfoni, l’allenatore ha spiegato il suo pensiero sul club veneto, prossimo avversario dello Spezia, con un bello sguardo su Gorini e D’Angelo che ha allenato da calciatori prima che l’attuale tecnico del Cittadella diventasse suo vice.
Quando si parla di Cittadella e della storia recente viene subito in mente lei, insieme a Venturato e Gorini. Ci pensa mai?
Le racconto un evento particolare: qualche mese fa, ad agosto, sono stato alla cena per i 50 anni della presidenza Gabrielli e accanto a tutti i tavoli con tante persone, c’era quello degli allenatori… eravamo in quattro (ride n.d.r.) e infatti tutti l’hanno sottolineato. C’eravamo io, Glerean, Maran e Venturato oltre a Gorini. A Cittadella gli allenatori portano avanti la filosofia della società, segno che a volte se le cose non vanno bene non è colpa della guida tecnica, ma si conta tanto sui valori.
Una situazione in completa controtendenza rispetto a tante piazze.
Anche una società più grande avrebbe necessità di dare continuità a giocatori, dirigenza e staff, ma più è ampio l’ambiente e più si brucia tutto e subito, specialmente se i risultati non vengono. A Cittadella si pensa invece che se un allenatore lavora bene non è un risultato in più o in meno che cambia le cose. Nei miei 10 anni ho ricevuto conferme anche dopo cinque sconfitte di fila, perché se i valori giusti ci sono non è un risultato che fa cambiare tutto.
Lei conosce bene Gorini, che è stato suo giocatore. Non è una sorpresa vederlo lassù in classifica?
Assolutamente no. Quando era giocatore e poi è diventato mio vice già manifestava carisma e personalità, aveva un certo ascendente sui compagni e sui giocatori. Onestamente mi sarei aspettato una gavetta più lunga, invece è subito entrato in panchina: anche da allenatore dimostra di avere grande competenza e penso che questo momento del Cittadella sia anche merito suo e dell’equilibrio che ha saputo dare.
Il Cittadella ha una squadra composta da tanti giocatori giovani ed elementi di esperienza. È questa la filosofia?
La scorsa settimana il DG Marchetti mi ha espresso contentezza per i giovani ma anche per i più “vecchi”, soprattutto Branca, Salvi, che sanno trascinare gli altri. Ci sono elementi interessanti: Cassano, ma mi ha convinto molto anche Negro, che ho avuto da giovanissimo alla Pro Vercelli e che è arrivato da svincolato e con Pavan ha trovato una coppia importante. Il mix è stato sempre il connubio vincente della società e anche in questo Marchetti è stato bravo, ma pure Gorini ad aver dato la giusta collocazione.
Lo Spezia troverà quindi un osso duro sulla sua strada. Si aspettava una situazione così difficoltosa di classifica? Quanto influisce la retrocessione?
Sicuramente ha un suo peso. Vedendo da fuori credo che sia un aspetto importante quello di metabolizzare una retrocessione: tutti si aspettano un campionato da protagonisti come minimo e invece non è così e questo alla lunga nuoce. In più alcuni giocatori non si sono inseriti bene. Reputo comunque lo Spezia una buona squadra.
Lei ha conosciuto anche D’Angelo, che è stato suo giocatore. Può risollevare le sorti della stagione?
Sono sicurissimo di sì, ho davvero tanta fiducia in lui. L’ho seguito tanto negli anni a Pisa ed è stato un mio giocatore ad Alzano: è una grande persona e un allenatore competente, che sa sempre trovare degli equilibri giusti nella squadra e credo che le due vittorie non siano casuali. Sono convinto che darà una svolta allo Spezia e penso sia anche sottovalutato: per quello che è capace di fare avrebbe meritato un po’ di riconoscenza in più.
Conoscendolo bene, è vero che ha un carattere forte e che spesso prende anche decisioni drastiche?
Io penso che stia ancora conoscendo bene la rosa a disposizione. Anche a me è capitato di subentrare e di avere bisogno di un po’ di tempo per capire bene il materiale a disposizione, ma quello che ha fatto capire negli anni passati è che in certi momenti dà sempre l’impressione di essere sereno ed equilibrato ma sa prendere decisioni forti e determinate. Sa quando è il momento di cambiare e mettere sottosopra la squadra, pur non facendo polemica e con atteggiamento sobrio. Penso che abbia la personalità per fare un’annata da protagonista e portare lo spirito giusto.
Quindi il classico euro sul campionato dello Spezia lo possiamo puntare su una posizione che non sarà nella zona rossa a fine stagione?
Nel calcio si può sempre essere smentiti, ma non vedo questa possibilità. Credo che ci possa essere sempre qualche alto e basso, ma sarà credo un crescendo: troverà l’equilibrio, la squadra ha dei valori importanti e non certo da posizioni basse e sono certo che si toglierà dalla zona bassa. Ora bisogna pensare a tirarsi fuori dalla bassa classifica e con tranquillità D’Angelo saprà fare le cose per bene.
Che partita si aspetta da due squadre in questo momento così diverse?
Penso sia una delle gare più interessanti. Lo Spezia dovrà confermare il nuovo assetto che ha trovato e avrà grande voglia, ma anche il Cittadella è uno dei clienti peggiori in questo momento. Sta bene di testa, ha una condizione buona, è in salute e ha ritrovato una leggerezza mentale importante. A Padova vogliono giocarsela con tutti e questo sarà il pericolo più grosso per lo Spezia.