Tanta fatica, ma di positivo c’è almeno la reazione. Un punto sofferto per uno Spezia indecifrabile con un modesto Modena, anche se la classifica continua a piangere. Da subito l’impostazione punta sul pressing alto per limitare le fonti di gioco avversarie. Candelari su Palumbo, Bandinelli ha Duca, Esposito Magnino, per liberare Kouda dalle marcature. Dall’altra parte, analizza Il Secolo XIX, Bianco inverte i mediani per dare maggior copertura con Duca sulla sinistra, visto che Elia è una spina nel fianco. Il gioco parte tutto da Palumbo e Tremolada, con il primo che punta subito alla verticalizzazione per le punte.
La ripresa
Nella secondo tempo il tecnico del Modena inserisce un regista puro come Gerli al posto di un attaccante Manconi, avanzando Duchi nel tridente offensivo, con il chiaro intento di infoltire il centrocampo e fare uscire lo Spezia. Le gare equilibrate vengono decise dai dettagli, e infatti è una palla inattiva a sbloccarla. Lo Spezia in questa stagione ha sempre pagato in tal senso, mostrando carenze nella gestione dei particolari, come in occasione dell’intervento disgraziato di Gelashvili sul calciatore più scaltro dei canarini, Falcinelli. D’Angelo dalla tribuna tenta il tutto per tutto, inserendo Moro per Kouda, affiancandolo a Pio Esposito, giocando in una sorta di 4-2-4 finale. Bianco leva tutti gli attaccanti, facendo densità con dieci calciatori dietro la linea della palla, con il solo Strizzolo in avanti. Per lo Spezia è notte fonda, dimostrando ancora una volta le solite croniche carenze nella costruzione di una fase offensiva accettabile. Alla fine D’Angelo butta dentro anche Krollis, con Antonucci esterno di sinistra e la riprende, nella speranza che si tratti di un segnale del destino.
LE NOSTRE PAGELLE DEL MATCH
TADDEI: “GRANDE SACRIFICIO DI TUTTI, FIDUCIOSI PER IL 2024”
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