Non accenna a placarsi il clima di contestazione da parte di una parte della tifoseria dello Spezia. Come scrive Il Secolo XIX, questa sera è previsto un presidio di ultras davanti ai cancelli del Ferdeghini, terzo incontro ravvicinato in meno di un mese, con appuntamento alle 17.45 e richiesta di poter parlare con “il reale proprietario del club e non con il burattino di turno” come recita il comunicato postato sui social dalla Curva Ferrovia. Lunedì sera, dopo cena, una ventina di tifosi si sono recati a Lerici davanti all’hotel Byron, che ospita di solito la famiglia Platek durante i suoi soggiorni in provincia, accendendo bengala e fumogeni e appendendo uno striscione in inglese con “invito” a uscire dal club.
L’episodio con Platek
Il presidente Philip Platek, fratello del proprietario Robert, ospite dell’hotel e rientrato in Italia per seguire da vicino le trattative di mercato, era stato fermato la stessa mattina da un paio di tifosi durante il suo consueto jogging tra Lerici e San Terenzo che aveva dovuto interrompere rientrando in hotel in anticipo sul previsto. Sempre lunedì, in tarda serata è apparso uno striscione in centro città su un palazzo di fronte all’Nh Hotel, sede del ritiro della squadra di Luca D’Angelo a firma della Ferrovia: “Spezia merita rispetto”. Ad alimentare ancor di più il già teso clima dei supporter almeno due fattori: prima di tutto lo scarso impegno mostrato nelle ultime prestazioni dalla squadra ma del tutto incomprensibile nella disfatta di Como. Un atteggiamento stigmatizzato dallo stesso allenatore aquilotto Luca D’Angelo nel post-partita come “debolezza mentale e non calcistica”.
Un silenzio che fa discutere
In secondo luogo, ma non meno rilevante, il silenzio assoluto da parte dei massimi vertici della società e il rifiuto di voler pubblicamente manifestare quali siano le reali volontà e motivazioni al di là e al di qua dell’Oceano. E forse è proprio questo silenzio ad irritare maggiormente la piazza del tifo. Un atteggiamento di indifferenza che proviene da super manager americani come sono i Platek, ottimi businessman, ma evidentemente all’oscuro delle dinamiche e delle “complicazioni affettive” che legano quantomeno in Italia, ma non solo ogni squadra di calcio, non solo lo Spezia, alle proprie tifoserie di appartenenza. È questa componente passionale e irrazionale: la principale caratteristica che distingue il tifoso di calcio da chi segue golf, tennis, rugby, volley o altri sport. Una componente protagonista nel bene e nel male in questa fase delicata, ma non certo legata solo all’attuale classifica che condannerebbe le Aquile alla Serie C.