14 Febbraio 2024 - 09:25

Mateju: “A Spezia perché amo le sfide. Siamo forti, ci salveremo”

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Aleš Mateju è uno dei volti nuovi dello Spezia dopo il corposo mercato di gennaio e sembra già entrato bene nelle idee di D’Angelo. L’ex giocatore del Palermo, in un’intervista a Il Secolo XIX, ha spiegato le sue sensazioni sulla nuova destinazione e sulla voglia di salvezza che si respira nel gruppo. Un progetto a lungo termine per il ceco, arrivato a titolo definitivo un mese fa: “A Spezia per continuare la mia carriera da professionista, avevo ricevuto anche alcune proposte dalla mia patria, ma quella arrivata da qui è stata rapida e concreta e ho deciso di accettare nonostante conservi bei ricordi di Palermo e ci stessi bene” spiega.

Che sfida

Certo, la situazione di classifica delle Aquile è completamente diversa da quella dei rosanero e Mateju è passato dalla possibile promozione a una salvezza tutta da conquistare: “Amo le sfide e ho seguito lo Spezia in A, tutti l’hanno conosciuto. Ho fiducia nel progetto e nel nuovo stadio. Penso che la squadra sia forte, stiamo attraversando un periodo difficile e non sarà semplice, ma penso che per le qualità che abbiamo possiamo fare la differenza“. Se non altro, la cura D’Angelo sta provando a dare i propri frutti con tre risultati utili consecutivi: “Allenatore di personalità e una grande persona“. Non c’è una ricetta precisa per abbandonare i bassifondi della categoria, ma il ceco spiega come sia necessario giocarsela contro ogni avversario mostrando sempre la mentalità vista nelle ultime uscite.

Futuro e ruolo

Sulle prossime pagine della sua carriera, il difensore ha le idee chiare con il contratto in scadenza in estate: “Spero di contribuire alla salvezza e perché no prolungare il mio contratto“. Intanto si sta dilettando con ottimi risultati anche sull’esterno pur nascendo centrale: “Mi sono trovato spesso a centrocampo, da laterale destro avevo qualche dubbio ma nelle partite successive mi sono adattato e le cose sono andate meglio. Se ci fosse bisogno giocherei anche a sinistra” racconta. E anche nella rosa ha trovato tante sponde, conoscendo già Elia e Jagiello e parlando la stessa lingua di Gelashvili, che ha giocato a Praga. Insomma, i crismi per ingranare la marcia ci sono tutti: è forse il tempo che non abbonda.

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