Ai canali ufficiali dello Spezia Calcio, il Responsabile del settore giovanile aquilotto Davide Caliaro ha tracciato un primo bilancio dell’annata delle giovani leve del club. Ecco le sue considerazioni.
Le parole di Caliaro
Sul primo bilancio: “Più che di soddisfazione o insoddisfazione ragionerei su dove ci ha portato sino a qui il percorso: tre ragazzi del settore giovanile che trovano presenze in campo con la Prima Squadra, altrettanti in prestito a giocare in campionati professionistici, quattro ragazzi chiamati nelle rispettive nazionali, tre ragazze convocate nelle selezioni territoriali. Dobbiamo partire da questi dati e provare a migliorarli”.
Sulla Primavera e il suo cammino: “Forse abbiamo qualche punto in meno in classifica rispetto a quanto prodotto in termini di lavoro e di prestazione. Ciononostante anche questo fattore rappresenta un momento formativo e di crescita per i ragazzi. Bisogna andare avanti e lavorare seguendo le indicazioni del mister e dello staff tecnico”.
Sui giovani arrivati in Prima Squadra: “Sicuramente le loro presenze in serie B sono la dimostrazione oggettiva che allo Spezia il “salto” in Prima Squadra è qualcosa non solo di possibile, ma anche di concreto e reale. Candelari è arrivato a questo passaggio in maniera diretta, Bertola e Pietra dopo un detour formativo di un anno in Serie C. Al momento altri ragazzi della Primavera 2022/2023 stanno trovando spazio tra i professionisti in prima squadra, chi come Giorgeschi in Italia, chi come Lari e Pedicillo all’estero. Il minimo comune denominatore di tutte queste esperienze? La fiducia nel lavoro e nel percorso fatto assieme al Club”.
Su Plaia, Ebano e Mascardi azzurri: “Sicuramente una soddisfazione per i ragazzi, le famiglie e per tutte le persone che si sono negli anni dedicate a loro e alla loro crescita. Parliamo di ragazzi che hanno un percorso di 8-9 anni di Spezia alle spalle. Questo percorso oltre a formare giovani calciatori, ha formato giovani uomini e anche questo deve essere motivo di soddisfazione. Queste convocazioni devono inoltre essere uno stimolo per tutto l’ambiente e in primo luogo per gli altri ragazzi, un fattore motivante per spingere sempre di più e lavorare sempre meglio. Adesso bisogna infatti lavorare per trovare la continuità e per provare a valorizzare altri ragazzi che stanno crescendo con noi. Il tutto sempre all’insegna della ricerca del miglioramento del singolo giocatore, non del risultato”.
Sugli Under: “L’obiettivo prefissato è saper ricercare dentro il risultato di ogni singola gara la prestazione e, dentro la prestazione, la crescita individuale. Si tratta di un percorso molto lungo, da vivere con equilibrio e pazienza. Fino a qui la crescita c’è stata, sia essa suffragata o meno dal risultato. Questi ragazzi per arrivare al loro sogno devono correre una maratona, sapendo lavorare mantenendo l’equilibrio, non devono fare i 100 metri.”
Sui ragazzi: “Bisogna immaginare come saremmo stati noi se, a 14 anni, ci avessero spedito a centinaia di chilometri dai nostri affetti, famiglia, amici, abitudini. Non è evidentemente cosa facile. Noi cerchiamo di mettere a loro disposizione innanzitutto un ambiente che possa riprodurre un minimo di calore familiare ed emotivo, coinvolgendo ogni figura in questo lavoro, dai tutor agli staff tecnici, passando per magazzinieri e autisti: anche in questo la differenza la fanno le persone”.
Sull’attività di base: “Con la stessa grande passione e dedizione che tutti coloro si dedicano ai più piccoli non hanno mai mancato di mettere. Accanto alla formazione “tecnica” dei bimbi è essenziale saper creare l’empatia giusta e il clima più adatto per far fare esperienze ai più piccoli, che vivono un momento magico da questo punto di vista, considerato che – come si sente dire spesso – sono delle spugne, pronte a far propri insegnamenti, esperienze ed emozioni. Parlando di esperienze anche quest’anno è stato incrementato il numero di test match e tornei nazionali e internazionali, per diversificare e arricchire i vissuti dei nostri giovani aquilotti”.
Sul femminile: “Era evidente che il mondo del calcio femminile anche da noi fosse in grande fermento e cercasse delle possibilità per esprimersi e per farlo nella maniera migliore. Quest’anno è stata in parte modificata la struttura dell’area femminile e sino a qui sembra che ciò abbia quantomeno favorito un miglioramento. C’è ancora tanta strada da fare e progettualità da sviluppare, ma c’è anche l’entusiasmo giusto per poterlo fare”.
Sulle tante iniziative organizzate: “Nel mondo complesso in cui viviamo è essenziale. Anche quest’anno stiamo proponendo un ciclo di incontri con i ragazzi e le ragazze su temi quali la nutrizione, l’uso dei social, il betting. In più abbiamo creato dei momenti paralleli rivolti prevalentemente alle famiglie. Di grande interesse sono stati gli incontri con la dottoressa Giulia Martera, nutrizionista dello Spezia, e la Polizia Postale, quest’ultimo relativo ai pericoli del web. Per noi è fondamentale che si crei una sinergia tra Club e famiglie, a tutela dei ragazzi/e e del loro percorso umano e sportivo”.