È stato Claudio Onofri l’ultimo allenatore spezzino a trionfare sul campo del Modena. Era il 1995, match vinto 1-2 dagli aquilotti con prima rete di Beppe Vecchio, che ha ricordato quelle emozioni nei giorni scorsi. Sulle pagine de Il Secolo XIX, l’ex tecnico aquilotto – oggi opinionista – ricorda il patimento di certe partite e una vita in panchina che sembrava spesso in trincea, motivo per cui ha cambiato rotta. Ma il ricordo di certe imprese non si dimentica: “La gente apprezzò quella stagione, lottavamo tanto e questo piaceva e qualche chiamata importante arrivò per me” spiega. Per uno che è stato autentica bandiera genoana non è male vincere la diffidenza iniziale ed entrare nel cuore della piazza.
Lo Spezia di oggi
Oggi Onofri segue con costanza lo Spezia, pur essendo stato al Picco soltanto in occasione di Spezia-Ternana 2-2, ultima in panchina di Massimiliano Alvini: “Vidi una spaccatura netta fra società e piazza e non fu bello. Ma dopo una retrocessione ci si aspetta l’ambizione di risalire, non di essere sul fondo” il suo pensiero. Oggi è un’altra squadra quella di D’Angelo: “Ti domandi come possa essere in fondo alla classifica e rischiare parecchio, ma questa è la Serie B e il calcio. Qualcosa si è capovolto in tempo, Di Serio aiuterà, vediamo se ci saranno i giusti risultati per la salvezza diretta senza avere patemi“. E anche su D’Angelo Onofri non può che spendere belle parole: “Sta facendo un buon lavoro, anche se non lo conosco di persona“.
Effetto Picco
Infine, non può mancare un riferimento al dodicesimo uomo in campo, quel Picco che ancora una volta dovrà essere decisivo da qui alla fine del campionato. “È un aspetto che ricordo bene e che ci sarà sempre. Il calore e la passione espressi dallo stadio sono importanti e unici. Forse la tifoseria non è stata ripagata a dovere e sono sicuro che alla fine peserà: a volte mette pressione, ma il più delle volte diventa una spinta decisiva per uscire dalle difficoltà. Ce ne fossero di pubblici come quello spezzino” la chiosa.