Luca Scafati lascerà lo Spezia, con decorrenza 31 marzo prossimo. Nella giornata di ieri Il Secolo XIX aveva raccontato l’indiscrezione sulle sue pagine e in seguito alla decisione del responsabile marketing oggi ha raccolto le sue dichiarazioni. Le ultime campagne, dal contestato logo ai prezzi dei biglietti, hanno reso il dirigente impopolare e oggi prova a spiegare le sue verità. “I social mi attaccano, ma sono la minoranza. C’è anche il resto del mondo che pensa e non scrive, non penso di dovermi rimproverare nulla. Lascio un lavoro imbastito per festeggiare gli 80 anni di questa grande storia” spiega.
Moltiplicatore
La questione sul nuovo logo è tuttora oggetto di grande critica da parte dei tifosi, ma Scafati si difende: “Io ho cercato di moltiplicare gli introiti su biglietti, sponsor, abbonamenti e partnership e se questo ha portato profitti è stato positivo. Non si può sempre seguire una linea diversa per accontentare una parte. Non ho rimpianti, avevo un ruolo di “direttore vicario”, non posso essere anche simpatico” dice. “Ma qui si contesta tutto, anche la promozione di una mascotte o i Platek, che spendono 50 milioni. Proprietà come questa sono rare nel calcio di oggi e vanno protette, i tifosi magari un domani capiranno“. Il dirigente guarda ai numeri, mantenuti anche in B e aumentati in pochi anni. Infine, fra le tante contestazioni, anche il rapporto con lo sponsor tecnico Kappa: “La retrocessione non ha cambiato la partnership economica, abbiamo un rapporto solido e quest’anno abbiamo ricevuto più materiale addirittura dell’anno precedente” conclude.
Resterà in città
Scafati spiega poi come resterà di base a Lerici pur non lavorando più nello Spezia: “Solo una scelta, la città mi è entrata nel cuore e resto tifoso, ho vissuto momenti indimenticabili” la chiosa.
Spezia alla lunga entra nel cuore a tutti pure com i suoi moghugni