Alta tensione in casa Lecco. Dopo la batosta di domenica al Del Duca era tornata a traballare la panchina di Alfredo Aglietti, a un passo dall’esonero 2 settimane fa dopo la sconfitta di Bolzano. Il poker incassato dalla squadra lombarda sul campo dell’Ascoli ha mandato su tutte le furie il patron Paolo Di Nunno, che, come scrive Tuttosport, in settimana aveva tuonato per provare a scuotere i suoi. Missione fallita sia nei toni esasperati che alla prova del campo. La compagine lecchese non riesce a rialzarsi ed è sempre più ultima. Con la zona salvezza distante ben 13 punti. Tanti, forse troppi per credere davvero nella rimonta. Ecco perché la quinta sconfitta in 6 gare alla guida del Lecco rischiava di essere fatale all’ex tecnico del Verona. Ventiquattro ore di riflessioni e durante le quali la dirigenza bluceleste avrebbe fatto un giro d’orizzonti. Uno sguardo al mercato per provare a sondare il terreno verso possibili successori. Al momento, però, in molti avrebbero declinato la possibilità di approdare al timone dei lombardi.
Clima teso
Avanti con Aglietti, che nella sosta avrà il compito di provare a rimotivare un gruppo apparso scarico nelle ultime giornate, tentando di ricompattare un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi. Anche domenica, infatti, è andata in onda la contestazione dei tifosi nei confronti del proprietario del club, con tanto di striscione esposto nel settore ospiti ascolano «Società senza dignità. Solo per la maglia, solo per la città». Di Nunno non ha seguito la squadra in trasferta e appare orientato a tirare dritto per la sua strada. Tanto da ribadire che il Lecco non è in vendita. Pure coi calciatori il clima è tutt’altro che sereno dopo le gravi esternazioni rilasciate dal patron settimana scorsa. Una bufera che aveva provocato la dura reazione dell’Aic, rendendo l’aria in casa lecchese decisamente avvelenata.