Due dati dicono che i giochi sarebbero fatti, che stanotte a Como si festeggerà il ritorno in Serie A dopo 21 anni. Il primo viene dal mondo degli allibratori: non si può giocare più la promozione dei lariani, viene data per scontata. L’altro dato arriva dai rivali del Venezia che inseguono a -2. Il condottiero degli arancioneroverdi, quel Paolo Vanoli che comunque, molto probabilmente fra un paio di mesi vedremo in A, probabilmente al Torino, alla vigilia ha inquadrato il confronto a distanza dicendo di avere solo l’1% di possibilità di andare in A direttamente. Ma comunque, come scrive Tuttosport, va aspettato il verdetto del campo, col Como che ospita il Cosenza già salvo e che non ha nessuna possibilità di agganciare i playoff, mentre il Venezia ha una rognosissima partita al Picco di La Spezia, con gli aquilotti in pole position per la salvezza, ma che non ce l’hanno ancora in tasca.
Il confronto
Se proprio si vuole dare una piccola speranza di promozione diretta al Venezia, va considerato il fatto che, in caso di arrivo a pari punti, in A sale il club di Duncan Niederauer, in virtù della miglior differenza reti negli scontri diretti, chiusi con una vittoria a testa: 3-0 del Venezia alla prima giornata, quando era tutto un altro Como e infatti al ritorno, dopo il sontuoso mercato di gennaio, i lariani s’imposero 2-1. Lo si sostiene dal 1° febbraio: alla luce di una super sessione al mercato di gennaio (su tutti, Strefezza, Goldaniga e l’interessante Braunoder), il Como aveva tutti i mezzi per puntare al 2° posto dietro al Parma. Ma non vanno sottaciuti i meriti del gallese Roberts in panchina. No, non dite che è quello che mette il patentino per Fabregas. Roberts, nel calcio anglosassone è considerato un maestro di calcio, tanti allenatori li ha formati lui. E il suo arrivo ha sciolto qualche nodo tattico che si trascinava da inizio stagione. Ad esempio il giocare con due punte (il lariano Cutrone e l’idolo di casa, Gabrielloni), supportate da ali che in realtà sono punte camuffate (Strefezza e il sottovalutato Da Cunha). Ma poi, il confronto a distanza di oggi è anche fra il Como con la proprietà più ricca d’Italia (i fratelli indonesiani Hartono hanno risorse che ridimensionano perfino la ricchezza che aveva Berlusconi) e il Venezia dello statunitense Niederauer, uno che al Venezia, ha ereditato la funzione che aveva il suo predecessore Tacopina: dirigere con capitali di altri. E a giugno, qualsiasi sia la categoria dei lagunari, senza la necessaria ricapitalizzazione – nuovi soci sarebbero attesi proprio in questi giorni – l’iscrizione del Venezia è a rischio. E forse, alla fine, la differenza fra le due squadre è stata questa.