Attraverso un’intervista all’indimenticato fantasista dello Spezia, Sergio Ferretti, Il Secolo XIX ha voluto analizzare la stagione delle Aquile. L’ex giocatore ha iniziato parlando dell’inizio di stagione, dicendo che, dopo una retrocessione immeritata, pensava che lo Spezia potesse fare molto di più quest’anno. «Di sicuro ha influito il fatto di aver giocato tante partite fuori casa. Vedevo tanti giocatori forti sulla carta, ma tutti insieme non erano squadra». E, per come si era messa, Ferretti a un certo punto ha temuto il peggio, perché contro il Lecco e il Sudtirol si è toccato il fondo. «Poi la squadra si è ricompattata. Le ultime gare sono state giocate con grinta con cuore, partite di sacrificio. Quello che serviva per salvarsi». Eppure, nel ritiro pre-campionato, sembrava andare tutto bene, con lo Spezia che giocava alla grande, così come alla prima giornata contro il Sudtirol. «Subito dopo, però, è iniziato il declino e la squadra è andata giù in picchiata».
Problema del gol
Per Ferretti, la causa determinante sta nella vena realizzativa del reparto offensivo, perché anche in Serie B non avere un bomber davanti complica la vita. Secondo lui lo Spezia ha giocato bene tante partite senza però segnare. La batteria di attaccanti con Moro, Pio Esposito e Antonucci sicuramente non ha reso come ci si aspettava. Lo stesso Verde ha alternato prestazioni eccellenti con passaggi a vuoto. «In avanti la delusione più grossa per me è stato Antonucci. Lo stimo come giocatore, ha grosse qualità, ero convinto che al Picco avrebbe confermato l’ottima stagione con il Cittadella. Invece non è andata così. Capita, mi viene in mente tra tutti De Ketelaere che nel Milan sembrava un fantasma e nell’Atalanta è un altro giocatore. Può darsi che anche Antonucci se tornerà a vestire la maglia aquilotta, farà bene». Ferretti, comunque, non ha dubbi sui punti fermi su cui fare affidamento per la prossima stagione: «Mi ha impressionato Hristov, ma più di tutti mi ha entusiasmato Elia, bravissimo in tutti i ruoli, veloce e tecnico. Un altro inserimento di peso è Nagy che ha dato equilibrio al reparto di centrocampo».
Picco l’uomo in più
L’ex aquilotto si è gustato l’ultima partita contro il Venezia in tv. Secondo il suo parere il Picco è stato uno spettacolo in quell’occasione: «Quando è pieno di passione come nell’ultima gara per gli avversari non è facile giocare. Quando lo Spezia è andato sotto di un gol il pubblico ha dato una grossa mano. Come ha detto il telecronista, sono 10 mila ma sembrano 100 mila: lo penso davvero pure io, perché anche in Serie C, ai miei tempi, i tifosi si facevano sentire eccome. Resto dell’idea che più di una partita l’abbiamo vinta anche grazie a loro». Lo Spezia della prossima stagione dovrà essere un mix di giovani e di giocatori esperti, secondo Ferretti, perché per dominare in Serie B serve o grande qualità o grande esperienza. «Lo Spezia è una squadra giovane di media qualità, ma con poca esperienza. Sarà importante capire gli errori fatti quest’anno per non ripeterli nell’impostazione della rosa. Poi tutto dipenderà dalle reali intenzioni dei Platek. Trovo grave che non fossero presenti allo stadio all’ultima partita. Comunque, come ho già detto, è stato bellissimo rivedere il Picco stracolmo e pieno di passione come ai vecchi tempi. Uno stadio che, credetemi per aver passato su quel campo tante fantastiche giornate, fa veramente la differenza e spinge i propri calciatori oltre ogni limite».
Grande Ferretti, quante partite in curva a cantare.