Sulle pagine di Tuttosport troviamo un’intervista a Simone Bastoni, ancora di proprietà dello Spezia ma in prestito a Empoli, squadra con cui ha ottenuto una salvezza insperata all’ultima giornata. Il quotidiano (dopo aver raccolto la sua impressione su una salvezza “sofferta ma ancora più bella“) lo ha interpellato soprattutto su Thiago Motta, che ha conosciuto in riva al Golfo Dei Poeti nel secondo anno di A nella seconda salvezza del club.
Pronto per il salto
Bastoni spiega come Motta possa essere la scelta giusta per la Juventus, augurando il meglio all’ex allenatore. “Non sono sorpreso per quanto ha fatto al Bologna, perché già a Spezia si vedeva che aveva idee ed era capace. Ora l’ha dimostrato a tutti” dice. E fra i segreti c’era anche quello di rapportarsi con i giocatori… da giocatore, parte del gruppo.
Proposta di gioco
Quindi, Bastoni racconta come Motta avesse da subito chiesto coraggio nella costruzione dal basso, col fraseggio e con propositività e coraggio. “Per noi è stato facile, anche con Italiano avevamo un atteggiamento simile. Abbiamo capito subito ciò che chiedeva e durante la settimana si preparava quello che avremmo voluto fare in partita. Un lavoro che cambia in base al tipo di avversario” spiega. Un modo per far preoccupare gli altri di come gioca Motta, piuttosto che viceversa: puntava molto su possesso palla e aggressione per recuperare palla, in un atteggiamento rischioso ma che dà benefici.
Umanità
Infine, l’ex aquilotto racconta come con Thiago si fosse creato un gruppo davvero solido, soprattutto dopo la vittoria di Napoli: “Eravamo un tutt’uno tra noi e tutto o staff, ciò che ci ha permesso di raggiungere la salvezza. Noi davamo tutto per lui e lui tutto per noi. Mi ha lasciato un grande ricordo come uomo, oltre che come allenatore. Ho un gran ricordo professionale e personale“.