Convocando il prima possibile le elezioni (4 novembre), il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha ottenuto un primo sostanziale risultato: chiunque soffiava nella direzione contraria alla sua, sentendosi più forte dopo gli attacchi della politica e in seguito al flop azzurro, ora deve organizzarsi in fretta con il rischio di non trovare più un tetto sotto al quale ripararsi. Nello specifico: il presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, e quello della Lega Serie B, Mauro Balata, due alfieri dell’opposizione in consiglio federale, dovranno farsi rieleggere dalle loro componenti prima di agglomerare, unire e cementare il fronte. Dalle due leghe filtra un cauto ottimismo e i passaggi burocratici sono comunque scanditi: un soggetto può candidarsi alla poltrona di via Allegri se lo “incarica” una componente almeno un mese prima delle elezioni. Come scrive il Corriere dello Sport, le votazioni delle leghe, invece, seguono calendari differenti e le due strade potrebbero anche sovrapporsi. Ragionando per ipotesi, dunque, appare improbabile che ad esempio la Serie B sposi il progetto “Balata in Figc”, se lo stesso Balata non dovesse vincere le elezioni di quella stessa lega.
Balata per gli oppositori
In Serie B sta tenendo banco la partita dei diritti tv, ancora da assegnare, e alcune società sottovoce si dichiarano insoddisfatte. Diverse anime del governo (soprattutto da Forza Italia e Lega di Salvini) avrebbero viceversa individuato nell’avvocato sardo l’uomo giusto per la successione a Gravina, sfruttando anche la sponda di una parte della maggioranza in Serie A. Maggioranza che però oggi è soggetta a instabilità, visto che Inter, Milan, Juve e Roma potrebbero giocare una partita differente (sono più vicine a Gravina) e con la retrocessione di Salernitana e Sassuolo mancherebbero due voti sui quali Lotito e De Laurentiis avrebbero contato. Il variegato mondo degli oppositori di Gravina, insomma, deve ancora trovare una strada e soprattutto un nome forte sul quale convergere senza tentennamenti. Viceversa, la maggioranza che l’attuale presidente ha tra le mani (anche per questa ragione non ha mai valutato l’ipotesi delle dimissioni) sembra avere le idee più chiare. Il vero kingmaker della partita di Via Allegri potrebbe essere ancora una volta Giancarlo Abete, l’ex numero uno della Federcalcio, presidente uscente della Lega Dilettanti che porta in dote il 34% di rappresentanza in consiglio federale.
Il possibile ritorno di Abete
Ad Abete, alleato di Gravina, qualche battitore libero sta suggerendo di ritornare a occupare la poltrona più ambita. Lui, però, non sembra intenzionato a sposare un progetto del genere in un contesto così instabile, preferendo mantenere un ruolo di prim’ordine… ma lontano dai riflettori. Un esempio: quando il 31 gennaio 2023 gli è stato proposto di fare il vicepresidente Figc, Abete ha preferito non metterci la faccia in modo diretto e per conto della LND ha indicato il consigliere Ortolano. Abete sarà probabilmente rieletto nei Dilettanti e porterà quei voti verso Gravina, se Gravina decidesse davvero di ricandidarsi. Lo stesso potrebbe fare Matteo Marani con la sua Lega Pro: le sue società (valgono il 17%) sarebbero orientate a proseguire sulla strada della continuità. Infine, ha già vinto le elezioni dell’Assocalciatori Umberto Calcagno, l’altro vicepresidente Figc che garantisce un ulteriore 20%. La sensazione, da qui ai prossimi 125 giorni, è che solo una forte azione della politica possa sparigliare le carte.
Tutte manovre di potere con personaggi che andrebbero almeno censurati e il calcio italiano come sempre ci perde.