17 Luglio 2024 - 12:57

Tribuna nuova di zecca, con un ricordo da tramandare. Spezia, che lavoro!

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Per la prima volta nella storia del calcio italiano, una tribuna avrà i nomi di 11 giocatori più riserve impressi sulle mura, a futura memoria. Da ieri questo stadio è l’Alberto Picco, che ha voluto così celebrare gli 80 anni dello scudetto del 1944, dedicando il settore a tutti i giocatori dell’undici di Ottavio Barbieri, alle riserve, perfino al massaggiatore Rossi, ed al presidente Perioli, perito a Gusen il 30 aprile del 1945. Il tutto alla presenza dei familiari dei protagonisti, arrivati da ogni parte d’Italia, riuniti in una storica foto nella tribuna centrale.
Al taglio del nastro il sindaco Pierluigi Peracchini e l’assessore regionale Giacomo Giampedrone, oltre ai due A.d. dello Spezia Gazzoli e Peri. Gli eroi che il 16 luglio del 1944 batterono all’Arena di Milano in un giorno di allarmi aerei, il Grande Torino rinforzato da Silvio Piola, restano leggenda, visibile per sempre sulle mura di una tribuna ristrutturata. Che per stile e romanzo vale già ben oltre la massima serie.

Un ricordo da tramandare

Non sono molti i club in Italia che ne hanno di storia da raccontare e questa andrebbe raccontata ai giovani. E’ quello che hanno fatto i dirigenti aquilotti ieri, coinvolgendo le famiglie di quegli eroi. Sono intervenuti i parenti, figli, nipoti di Bani, come di Sergio e Wando Persia (c’era anche il pronipote del primo, il calciatore Gabriele Ferrarini, oggi alla Fiorentina); di Borrini da Piadena, di Amenta, Scarpato, Rostagno, Tommaseo, Viani. Altri avranno un pensiero dal club prossimamente. Una riunione toccante, che ha congiunto una città con il suo passato più duro. 
Spezia calcio e città offrono una dimostrazione importante di conservazione del proprio patrimonio e della propria capacità e resilienza.

Gran lavoro dello Spezia calcio

«Questa è la parte eroica della nostra città – ha ricordato il sindaco Pierluigi Peracchiniche ha sempre dimostrato grande umanità. Questi giocatori ed eroi devono essere esempi per le nuove generazioni. Quegli uomini hanno regalato un segno eterno, e ci fanno ancora oggi emozionare». Volti ed immagini quindi che si sono legate strette, che hanno arredato anche l’interno della tribuna per un percorso che diventerà museale. Intervenuti durante l’evento anche i massimi rappresentanti dei Vigili del Fuoco, sotto la cui bandiera giocò una squadra che aveva un presidente attenzionato dalla Gestapo e ai fascisti e che, il 23 novembre 1944, sarebbe stato portato via, per poi andare a morire in Austria: «Per noi questo è un evento nazionale di grande portata ed un tesoro che ci teniamo stretti».
Ma il lavoro più grosso, l’idea, il voler dare un significato storico al tutto, è soprattutto dello Spezia calcio: Andrea Gazzoli ad, come di Gianluca Parenti dell’ufficio comunicazione, dell’altro ad Peri, come degli stessi Platek che hanno finanziato il tutto. Il lavoro è della Tub Design, che dopo il lancio della campagna abbonamenti, fa fare un salto decisamente in avanti in termini di qualità su quanto si era visto fino a questo momento alle stesse latitudini: «E’ stato un lavoro importante e complesso, durato 7 mesi – ammette Gazzoli – Sono stati necessarie circa cento riunioni per trovare l’idea definitiva e metterla in pratica. Volevamo gratificare la storia e farlo in maniera indelebile, perché per ogni partita, per ogni evento, tutti potranno vedere questi nomi e raccontare a futura memoria la storia. E’ una cosa dedicata ai tifosi ed alla loro passione».

Tante testimonianze raccolte

Tra le tante testimonianze raccolte, quella di Giacomo Grandinò figlio dell’ingegner Gandino che permise ai calciatori di essere arruolati, e che al tempo aveva quattro anni: «Mio padre – ha detto commosso – ricordava l’episodio che lo vide arrestato con Perioli, e lo raccontava spesso, come dovesse ringraziare qualcuno in cielo per ciò che era successo. Riuscì a fuggire scappando da un camion e da una finestra, disse a Perioli di andare con lui ma Coriolano non se la sentì di saltare giù. In quel momento cambiò la vita di entrambi. Sono cose che uno si porta dietro per tutta la vita»

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