D’Angelo è stato chiaro, ma lo Spezia ora ha due carte in più

Idee chiare, ma anche tanta voglia di lavorare con consapevolezza. Le parole di Luca D’Angelo dopo la sfida alla Salernitana hanno detto molto sul canovaccio della stagione: salvezza come obiettivo minimo indispensabile, da raggiungere il prima possibile. Ma con una differenza rispetto alla scorsa stagione, anzi due: si chiamano esperienza e intesa. La Nazione spiega come la possibilità di mettere in campo 10/11 (portiere escluso) della scorsa stagione non sia un vantaggio da poco al cospetto delle avversarie. 

I singoli

È naturale che a livello di condizione qualcosa ancora manchi, gli errori di Nagy sono stati non da lui, ma qualcosa di buono si è visto. Wiśniewski è apparso ancora lontano dalla forma migliore, Di Serio e Pio Esposito non hanno inciso. Meglio Salvatore Esposito, Bandinelli ha lottato, sulle fasce qualche buono spunto di Aurelio e qualcuno meno di Vignali (rigore annesso). I carichi di lavoro sono stati importanti in ritiro: ma se lo Spezia non perderà altri pezzi pregiati potrà recitare un ruolo da outsider in stagione. Ma per i giudizi è ancora presto.

D’Angelo in tre atti

Anche Il Secolo XIX riprende oggi le dichiarazioni dell’allenatore, molto chiare sul prossimo andamento e sull’addio di Verde: cessioni tutte concordate con la proprietà nella politica di ridimensionamento dei costi, fantasista compreso. E poi le aspettative: inevitabile non essere fra i favoriti dopo essersi salvati all’ultimo tuffo, ma con valori tecnici importanti e da valorizzare, in una categoria difficile. Intanto restano almeno 75′ buoni all’Arechi, da conservare in vista del “suo” Pisa. 

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