L’edizione odierna de Il Secolo XIX oggi in edicola offre uno spunto sull’estate dello Spezia, contrassegnata da importanti permanenze (D’Angelo e Nagy su tutti) ma anche da una politica di tagli e sostenibilità che è input ben chiaro della proprietà a stelle e strisce. Se la piazza si è aggrappata anima e corpo al tecnico pescarese, che ha dato tranquillità dopo la salvezza pur parlando sempre chiaramente, il senso di equilibrio non è stato uguale verso la proprietà.
Input chiaro
Gli americani non si sono visti negli ultimi due mesi in città, ma il diktat arrivato dagli USA è chiarissimo: ridurre il monte ingaggi che era di oltre 20 milioni (si vuole ridurlo a 15), rientrare dalle spese (dello stadio), tagliare gli stipendi più onerosi e valorizzare i prodotti interni. Un sentiero percorso al fianco di quell’Eduardo Macia scelto dalla stessa proprietà ma poi congedato a sorpresa nei giorni passati. Curiosamente, scrive il quotidiano, quando stava ricostruendo forse nella maniera corretta dopo gli errori passati. I Platek hanno garantito iscrizione, fideiussione e lavori allo stadio
Palla al campo
Con l’area tecnica nelle mani di Melissano e Gazzoli, c’è in mezzo la squadra: quella che D’Angelo vuole condurre il prima possibile alla salvezza, parole sue. È come sempre lo Spezia, da tutto o niente, senza vie di mezzo. E dietro l’angolo c’è il Pisa, già apparso in forma campionato, inizio duro contro il suo passato.
Ecco la differenza fra un’analisi giusta ed un vassallaggio totale, leggere queste righe dopo quelle della nazione, sembra di parlare di due squadre e due società diverse, qua’ si analizza con parole vere la situazione nell’interezza, con la nazione si sbandierato i play off e si cerca di portare fumo agli occhi dei tifosi. Poi se mister D’Angelo riuscirà a costruire un telaio importante e a portare alla salvezza al più presto la squadra, si potrebbero aprire scenari diversi ma non ingannare i tifosi è fare vero giornalismo.