30 Agosto 2024 - 11:55

Spezia in crescita, ma niente distrazioni. Il centrocampo…

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Quando dopo la gara di Pisa, nella prima stagionale, è stato chiesto a Luca D’Angelo cosa pensasse della prestazione di Nagy, l’allenatore ha spiegato quanto fosse stato fondamentale: «Perché lui, è quando non c’è che si avverte». A Cosenza l’assenza decisiva c’è stata: Elia. Perdere dopo un quarto d’ora un elemento della sua importanza ha cambiato le dinamiche di una sfida molto controllata. Con Nagy sarebbe riuscito in fraseggi migliori rispetto a Vignali, le fasce sarebbero state ancor di più corsie preferenziali per la ricerca del gol. La speranza è che gli esami diagnostici non evidenzino niente di serio e al massimo l’esterno possa saltare solo il match di domenica col Cesena. Non sbaglia Alvini (motivato da spirito di rivincita) quando dice che lo Spezia gioca insieme da gennaio e questo gli dà un buon vantaggio. Come scrive La Nazione, stesso allenatore, quasi la medesima ossatura della squadra che ormai ha assimilato oltre agli schemi, pure il ‘credo’ del tecnico, non sono elementi di secondo piano. E gli aquilotti di D’Angelo li possono vantare.

Squadra in crescita

Il segreto resta a centrocampo dove Salvatore Esposito, con chi ha vicino si allunga ad elastico senza mai pestare i piedi trovando sempre la giusta distanza nelle due fasi. Gli attaccanti non hanno ancora trovato il giusto spirito realizzativo? Per adesso ci si può accontentare dei buoni rientri, della creazione degli spazi e delle respinte sulle palle inattive in difesa. Poche conclusioni e ultimi passaggi imprecisi stanno ancora negando a tre di loro la soddisfazione di entrare nello score, ma c’è tempo per tutti di mettere a punto la performance, che magari arriverà in coincidenza di un gol. O grazie ad esso. Sicuramente in tanti stanno crescendo, in primis Wisniewski, che ha sostituito con sicurezza (facendo spostare al centro Mateju) capitan Petko Hristov (rimasto in panchina). E se Sarr sta stupendo chi non credeva troppo in lui, comunque non è un problema di condizione fisica se nel finale di gara si sono sommate un paio di occasioni per i calabresi. Un esempio lo dimostra: quando Bertola perde palla lasciando a Sankoh che si dirige quasi solitario verso Sarr, ma viene ‘direzionato’ con esperienza da Mateju verso l’esterno dell’area, nel giro di pochi attimi lo Spezia si ritrova in vantaggio 6 contro 4. E siamo al 41’ della ripresa. Semplicemente attimi di distrazione, uniti alla volontà di ottenere il risultato pieno, perfino nel tardo recupero, come è successo (positivamente) col Frosinone. Come accadrà pure col Cesena, con un pizzico di lucidità in più, però, che saprà infondere al gruppo mister D’Angelo.

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