Sulle colonne di Tuttosport oggi in edicola troviamo un’intervista al DS aquilotto Stefano Melissano, che da qualche tempo ha preso le redini del mercato dopo l’allontanamento di Eduardo Macia. Il dirigente 44enne è stato autore degli ultimi movimenti in entrata e in uscita, che hanno visto l’affare Kouda con il Parma e gli arrivi di Gori, Djankpata, Degli Innocenti e Čolak. Solo qualche giorno fa ha fatto il punto di fine mercato, ma ora racconta anche qualcosa di sé.
Da Lecce a Spezia
Una gavetta partita da lontano, con una crescita di anno in anno. Partì da Lecce, prima nelle giovanili, poi al fianco di Meluso, pronto a portarlo con sé anche in Liguria: “Abbiamo vinto la C e la B, l’ho seguito allo Spezia e poi ho raggiunto Italiano a Firenze” racconta. L’esperienza in viola è stata fondamentale: “Lavorare con Pradè significa apprendere relazioni, con Barone e Burdisso a supporto, poi Pecini mi rivolle nel Golfo“. L’impostazione scouting e la visione “inglese” di Macia, due idee diverse ma entrambe utili: “Qualcosa che ho cercato di fare mio, da gennaio scorso ho avuto più responsabilità dando vita allo Spezia come è oggi. Vedremo la risposta a Cremona“. Ultima, ma non meno importante, l’operazione Kouda: “Lo seguivo da un anno al Picerno, avevo spinto tanto per prenderlo. Farà molta strada“.
Giovane e rinata
Quindi, Melissano analizza lo Spezia attuale, che ha chiuso la primissima parte di campionato in testa con 8 punti: “È una squadra segnata dalle contestazioni e dalle difficoltà passate. Ci hanno colpito tutti tanto e da gennaio abbiamo iniziato un processo importante insieme a Gazzoli e D’Angelo, con la consapevolezza di dover invertire la rotta. Abbiamo preso calciatori che capissero al meglio la situazione. Oggi la squadra è un gruppo, in settimana si pensa avanti: partite come quella col Cesena, altrimenti, non si vincono” spiega. E anche per lui stesso è arrivata la svolta: “Sento che c’è stata, ma l’ho voluta. Fare calcio a Spezia non è facile ma è molto bello. Abbiamo puntato su degli uomini“. Fra questi c’è anche Nicolò Bertola, in odore di rinnovo: “Lo mandai a Montevarchi due anni fa, era timido. È tornato, si è inserito e sta esplodendo: quando lo vedo entrare con decisione o caricare i compagni penso proprio a Montevarchi. Hanno tutti fretta, invece il tempo sistema sempre tutto” chiude.
Aspettiamo qualche mese per avere più chiare le possibilità del gruppo, ma di sicuro andando via il signor Macia, la situazione sembra migliorata…..la conferma di mister D’Angelo, giocatori che hanno di certo più “garra” dei 2/3 del vecchio campionato e qualche pezzo nuovo al posto giusto, sembrano dare molte più garanzie dello scorso anno.