Il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha parlato a Sky Sport sul tema della violenza negli stadi, riferendosi in particolare all’inchiesta riguardante gli ultras di Inter e Milan.
Le sue parole
Il calcio è fatto per i tifosi. Non c’è cosa peggiore che tradire questo spirito con atteggiamenti che con il calcio non hanno nulla a che vedere. Anche le curve sono luogo di socialità e libertà. Esistono due categorie di tifosi: i tifosi, specialmente i giovani, a cui diciamo sempre grazie; e poi ci sono quelli che non rispettano le regole della vita e loro devono stare fuori dallo stadio. Servono nuove regole? Non servono regole nuove ma bisogna applicare quelle che ci sono. Usare la tecnologia: esistono strumenti che consentono la riconoscibilità di coloro che non si comportano bene e useremo quindi la biometria. Chiederemo anche alle società di fare qualcosa e cioè ritirare il gradimento ai soggetti che non si comportano in modo adeguato. E chi ha commesso reati gravi non deve far parte di questa comunità. Quello che è emerso dalla cronaca dei giorni scorsi ci ha posto di fronte la responsabilità ad impegnarci in modo più efficace contro la violenza nel calcio. Non servono altre norme, serve l’applicazione dei regolamenti che ci sono come la tracciabilità del daspo e il riconoscimento facciale in tutti gli stadi. Lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti che vogliono andare allo stadio.
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