Da gennaio in avanti era stato uno dei più influenti nella corsa salvezza delle Aquile. Il gol del pari a tempo scaduto alla Ternana all’esordio, la rete che diede il via alla rimonta contro il Cittadella al Picco e il pallonetto da tre punti col Palermo. Non basta? L’assist all’ultima gara decisiva contro un Venezia da Serie A ha contribuito in maniera pesante all’obiettivo. Giuseppe Di Serio si era calato con profitto e concentrazione nella missione di D’Angelo di evitare la Serie C: nei 3 gol e 1 passaggio decisivo in 10 partite aveva fatto rientrare anche un infortunio, che lo aveva tolto dal campo per sei partite.
Inizio in salita
Da allora, però, il trentino è entrato in un periodo di appannamento. Una sola presenza per 90′, quattro dall’inizio e sette totali, per complessivi 379′. C’è stato l’assist per Hristov a Cremona, ma anche una serie di errori non da attaccante implacabile quale ha dimostrato di essere. Sempre allo Zini è stato importante l’errore a tu per tu con Fulignati (preso il rigore poi tolto ma messo fuori il pallonetto) e anche al Mapei Stadium ha sprecato un pallone da buona posizione. Polveri bagnate? Ci sta, è fisiologico per un attaccante. Chissà che la pausa non gli serva per ritrovare brillantezza, lo Spezia ne ha bisogno.
Concorrenza
Va detto, però, che a differenza dell’anno scorso, oggi Di Serio ha ben altra concorrenza là davanti. Accanto a un Pio Esposito letteralmente esploso, sono arrivate l’esperienza di Čolak e la qualità di Soleri, oltre al già presente Falcinelli. Ad oggi, D’Angelo ha saputo dosare sapientemente le forze a sua disposizione in avanti, variando sempre la coppia offensiva. Un’idea che ha dato i risultati, ma in questi casi basta un gol per sbloccarsi. Ed è proprio quello che cerca Di Serio.