13 Ottobre 2024 - 09:55

D’Angelo/2: “Amo cinema e lettura. La mia ricetta negli spogliatoi…”

post

Nella sua lunga intervista a La Nazione, Luca D’Angelo parla anche di sé, raccontando dettagli della sua vita non noti ai più e spiegando qualcosa della sua persona che i tifosi non conoscono. Racconta ad esempio della mamma Flora, oggi 85enne, in grado di sostenere i due figli da sola dopo la prematura scomparsa del marito. È la prima persona che va a trovare a Pescara: “In un colpo solo distrutto tutti i sacrifici culinari, approfittando degli ottimi piatti che cucina” spiega ridendo.

Percorso

Il tecnico spiega poi di essere cresciuto in un quartiere popolare non semplice di Pescara in un’adolescenza tranquilla. Studi di ragioneria, ma con in testa l’idea di fare il calciatore, poi la moglie Grazia, conosciuta nel 1999 a Pescara e oggi avvocato, con le due figlie a seguire: Nicole e Maria Sole. Pescara, nonostante tanto girovagare, non si dimentica: “Sono legatissimo alla mia città, trovo sempre un po’ di tranquillità lì“.

Hobby e persona

Ma che fa D’Angelo quando non è in campo? Divora film e libri, oltre che i quotidiani, anche sullo Spezia: “Ma solo se le partite vanno bene, meno quando le cose non vanno per il verso giusto. Non voglio farmi condizionare dalle critiche” svela. Ancora, sul piatto preferito non ha dubbi: “Lasagna e pasta e fagioli“, anche se scegliere è difficile. E poi il carattere: appare spesso burbero, ma conferma lui stesso: “Sono molto ironico e mi arrabbio pochissimo, non sono né permaloso né rancoroso anche se non sono il massimo della socialità” spiega. Anche con i giocatori ha la sua ricetta: “Un rapporto molto forte, cerco di stare loro vicino anche umanamente e sanno che possono contare su di me. Però l’amicizia non la vedo, un allenatore non può farsi condizionare dall’affetto“. Ancora, le idee di sinistra e il soprannome Omone, coniato a Pisa: “Fra Orso e Omone non c’è tanta differenza, non sono proprio filiforme” sorride. Non può manca la scaramanzia nel suo lavoro, così come l’amore per gli spezzini: “Gente legata alla propria identità. Hanno un gran senso di appartenenza, in una città accogliente e con tante culture diverse“.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *