13 Ottobre 2024 - 11:27

Verde: “Con lo Spezia la nostra identità, ma se segno non esulto”

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Non sarà una partita come le altre, ma nemmeno “una finale”. Lo dice Daniele Verde, freschissimo ex del prossimo Salernitana-Spezia, che sulle colonne de Il Mattino racconta le sue sensazioni sulla gara e sul momento della sua nuova squadra. La maglia bianca resta una parte importante della sua vita, iniziata a Napoli e proseguita da giramondo. Verde racconta dell’infanzia, dell’approdo alla Roma, con una certezza: “Sono legato a chi crede in me, lo Spezia per quattro anni e ora la Salernitana. Ma una squadra del cuore ce l’ho: il Boca Juniors“.

Imprese

Verde ripercorre con gioia la sua carriera, raccontando lo splendido gol con la Lazio ma anche quello a Pisa l’anno scorso: “Fantasia e creatività spesso sono istinto. Quando è arrivato il pallone da sinistra è stato un attimo, stava venendo fuori la rovesciata dell’anno, Semper ha fatto il miracolo“. Oggi c’è un obbligo di riscatto in granata al raggiungimento di gol e assist, ma non sarà un’ossessione per il fantasista: “L’anno scorso ho segnato sette reti, ma all’inizio non riuscivo a sbloccarmi. La vivrò serenamente. Oggi siamo una cooperativa del gol“.

Che match

All’orizzonte la partita con lo Spezia, già vissuta prima del passaggio di maglia due mesi fa in coppa, con una certezza: “Se segno? Non esulterò per rispetto del popolo spezzino“. Una partita contro i suoi ex compagni ancora imbattuti che si preannuncia di qualità: “Difendono bene, conosco D’Angelo e i valori del reparto, pur perdendo Nikolaou hanno trovato un giovane fortissimo come Bertola“. 11 punti contro 16, bottino incrementato dal successo di Palermo: “Abbiamo ricevuto soddisfazione e spinta giuste, non vogliamo fermarci. Siamo sempre in debito con una grande tifoseria. Pressione vuol dire attenzione” spiega. E sul futuro chiosa: “Siamo ambiziosi, vogliamo fare un gran campionato senza guardare alle partite come finali. Serve la prestazione per arrivare al risultato e affronteremo lo Spezia con la nostra identità, ovvero fare la partita e comandare il gioco“.

Ricordi

Infine, un aggettivo per tutti i suoi ex allenatori in maglia bianca: “Per Italiano dico coraggioso, perché ha puntato su di me dall’AEK Atene, Motta è cerebrale perché lavora molto sulla mente dei giocatori e fa calare nel ruolo. Con lui ho imparato a fare meglio anche la fase difensiva. Per Gotti dico calmo, mentre Semplici è bravo e lascia liberi mentalmente. Infine, D’Angelo: con lui sono uscito dalla naftalina, mi sono ritrovato” chiude.

 

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