Il capitano dello Spezia Petko Hristov, in un’intervista a La Nazione, ha parlato del momento della squadra che si trova attualmente al terzo posto in classifica dietro a Pisa e Sassuolo, con un occhio all’impegno di Castellammare e alle sue conquiste personali. Su tutte il ritorno della convocazione in Nazionale, che non può che aggiungere ulteriore gioia al momento. Oggi il bulgaro si gode la città che l’ha adottato e la sua famiglia, sempre al suo fianco nella casa in centro, con tanta approvazione dei tifosi che lo chiamano “capitano”. Da uomo dell’Est le emozioni traspaiono poco, ma sono intense. “Spezia è la mia seconda casa, la gente mi vuole bene e io ne voglio a lei. Mi sento ormai uno di loro a tutti gli effetti” racconta.
A braccetto
E pensare che in tre anni e mezzo Hristov ha vissuto di tutto: dalla A alla retrocessione al baratro della C, ma anche cose belle come l’esordio in A a 21 anni, la salvezza, pure il fidanzamento con la moglie attuale a Portovenere. E allora, dopo 60 presenze è il momento di fare un primo bilancio della sua avventura: “I gol con la Lazio in A e con l’Ascoli l’anno scorso, arrivato dopo sei mesi di stop. Ogni gol ha una dedica: quattro per mia moglie, uno per mio figlio“. Intanto la squadra vola in classifica e il Picco è sempre pieno: “Per noi è una grande emozione, quando canta mette i brividi e dà una spinta incredibile. Il sostegno della tifoseria si avverte tanto ed è sicuramente un’arma in più” spiega.
Piedi per terra
Infine, Hristov resta moderato sulle ambizioni della squadra, interpretando il sentimento di “volare basso” della maggioranza dei suoi compagni: “Per la Serie A non dico niente, ora pensiamo di partita in partita e alla difficile gara di Castellammare. Cerchiamo di fare più punti possibili per poi divertirci“.