Spezzino doc, classe 1982, Francesco Zizzari ha avuto la fortuna di riuscire a giocare nella squadra della sua città in due diverse occasioni. Un privilegio che non è toccato a molti nella storia delle Aquile e di cui ancora oggi va molto fiero, tanto da aver mantenuto rapporti di lavoro e amicizia con la sua città nonostante ormai viva da anni in Toscana. L’ex attaccante, infatti, oggi gestisce una personale Academy con varie sedi in diverse parti d’Italia e che ogni anno annovera tantissimi ragazzi iscritti. La redazione di Spezia1906.com lo ha raggiunto in esclusiva per due chiacchiere sulla squadra di D’Angelo, che sta stupendo tutti con un cammino da prima classe.
Si aspettava che lo Spezia fosse lassù a questo punto della stagione?
Dico la verità, vedendo cosa sa fare D’Angelo mi aspettavo che potesse venire fuori qualcosa del genere. Ho tanti amici a Pescara che mi hanno parlato veramente bene di lui sia come uomo che come allenatore. Ha dei valori importanti che trasmette ai suoi ragazzi: è umano e sa entrare in uno spogliatoio in modo perfetto. Penso che ripartire da lui sia stato l’acquisto migliore possibile dell’estate passata. Serviva dare una sterzata in questo momento e credo che fosse il modo perfetto. Quando arrivò Italiano nel Golfo dissi lo stesso, anche se nessuno lo conosceva: oggi mi sento di ripetere quella affermazione, pur incrociando le dita.
Ci sono tanti elementi della rosa dell’anno scorso e qualcuno nuovo. C’è un simbolo di questa squadra?
Direi che il gruppo è fondamentale sempre: quando si vincono i campionati e si fanno imprese importanti la differenza la fa proprio ciò che si crea. Oggi lo Spezia ha un’identità a prescindere da chi scende in campo, si nota sempre la sicurezza data dall’allenatore. Se devo fare qualche nome dico i fratelli Esposito, che hanno mostrato la loro qualità nei valori tecnici, anche da altra categoria.
Da ex attaccante, quanti margini di miglioramento ha un giocatore come Pio Esposito?
È un centravanti moderno, con le caratteristiche richieste oggi. Prima il riferimento centrale era molto fisico, poi si è passati al “falso nove” di raccordo fra i reparti dando spazio al palleggio e al possesso palla. Oggi Pio è un giocatore moderno, che ha esplosività e fisico: se la palla arriva davanti oggi non torna indietro, fa rifiatare i compagni e sa sbloccare le partite. Vincere 3-0 a Castellammare non è da tutti.
Lo Spezia là davanti ha un reparto completo, cinque attaccanti che sanno ruotare al meglio.
Sicuramente sì, dà la possibilità di alternare, cambiare e togliere punti di riferimento agli avversari. Il poter cambiare crea tanti problemi alle difese, bisogna essere bravi a dare subito i cambiamenti. Oggi lo Spezia è ben assortito anche in tutti quanti i reparti.
Da spezzino: Bertola è un prospetto in rampa di lancio e sta facendo benissimo. A giugno scadrà il suo contratto e per il rinnovo siamo sempre più lontani. Gli consiglieresti di firmare?
A Bertola, da spezzino, consiglierei di firmare, a prescindere. Non è facile e mi rendo conto che non sono scelte semplici da fare perché la carriera corre via veloce e ogni occasione va sfruttata. Spesso si rapporta tutto al lato economico, ma sono convinto che il ragazzo abbia tanto a cuore la città, il club in cui è cresciuto e tutta la sua gente, che gli stanno dando le possibilità di emergere. Penso che farà tutte le valutazioni del caso, riflettendo su ogni lato: è giusto che si guardi al lato del lavoro ma è bene pensarci. Faccio un esempio.
Prego.
Quando ero in C, al Ravenna, fui capocannoniere e mi cercarono dalla B. Io preferii rimanere in terza serie a Pescara perché sapevo che c’era la possibilità di conquistare quella categoria sul campo e da protagonista. E così fu. Lo stesso dico a Bertola: se c’è da aspettare qualche mese per provare a conquistarsi un obiettivo importante sul campo sarebbe giusto tentare con lo Spezia. A quel punto valuterei tutto: sarebbe il coronamento provare a raggiungere un grande traguardo con la squadra attuale. Capisco tutto: il richiamo delle squadre più forti, i procuratori e tutte le dinamiche, ma per un calciatore non c’è niente di più bello di vivere emozioni del genere.
In rosa ci sono spezzini come Cassata e Vignali, cui si affianca il giovane Benvenuto che lei conosce bene.
Conosco molto bene Benvenuto, è figlio di un mio caro amico e l’ho visto crescere. Parlo spesso con il padre e consiglio sempre di godersi al massimo questa esperienza: nella vita bisogna sempre lavorare per conquistarsi l’occasione giusta, perché quando meno te lo aspetti può arrivare. Mi fa piacere sottolineare questo aspetto: personalmente mi sarebbe piaciuto alla sua età avere a disposizione una società che valorizzi così tanto i ragazzi. Il settore giovanile dello Spezia è in mani sicure con Beppe Vecchio.
A proposito di giovani: come procede il suo progetto FZ11 Academy?
A livello nazionale, grazie a Sportitalia e Adidas, abbiamo creato insieme ad altri 11 professionisti un’organizzazione che comprende diverse città: oltre a La Spezia, Prato, Firenze, Pistoia e presto anche a Milano. Il progetto oggi ha il pregio di non dover sottoporsi all’assillo di dover per forza presentare una squadra a un torneo, ma a prescindere lavoriamo con tutti i ragazzi in modo professionale e in modalità piccoli gruppi o personali. Si è creato un mondo gestionale, con qualcosa come 350 ragazzi in un anno e quando si realizzano i nostri Camp garantisco che le iscrizioni vanno a ruba. Quello che ci siamo prefissati è la possibilità di dare ai giovani un supporto importante, mettendo il calciatore nella facoltà di lavorare sulla specificità del ruolo.