20 Novembre 2024 - 09:53

D’Angelo/2: “Io motivatore? È diverso. Amo Ancelotti e Conte”

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Nella sua lunga intervista a Il Secolo XIX (qui la prima parte), Luca D’Angelo si è soffermato anche su molti temi extracalcio che accompagnano la sua vita. Dalle attività fuori dal rettangolo verde ai suoi sogni e alle ispirazioni, confermando anche una sua grande scaramanzia nella preparazione delle partite: “Lo sono molto, lo sono stato anche da calciatore. Amici e collaboratori ci scherzano su spesso” sorride.

Libri e cinema

Fra le grandi passioni dell’allenatore spezzino, che aveva rivelato anche in un’altra intervista, anche cinema e libri: “Ho divorato La Scelta, si Sigfrido Ranucci di Report, una trasmissione che amo, mentre pochi giorni fa ho ammirato Parthenope, molto bello. In politica ammiro Bersani, sempre stato fuori dal coro: semplice ma efficace“. D’Angelo rifugge in generale titoloni e la figura di grande motivatore: “Di me emerge un profilo che non esiste. Passo per grande motivatore, ma non è così. Forse lo ero più da giocatore, ora sono molto diverso. Cosa bisogna motivare in ragazzi che fanno i calciatori e prendono tanti soldi? Se non li motiva ciò che fanno non posso farlo davvero io“. Un mantra chiaro, però, anche nella gestione dello spogliatoio: “È difficile, anche per l’età, legare fuori dal campo. Serve il giusto distacco, essere presenti nei problemi ma rimanere al di fuori delle vite dei ragazzi“.

Miti

Infine, D’Angelo si mostra con la risposta pronta anche sui modelli di allenatori: “Non ho mai visto Ancelotti perdere le staffe, mi basta questo. La vede come me, molti pensano alla tattica e poi adattano gli uomini, ma la realtà è l’esatto opposto. Adoro anche Conte, il suo modo di fare calcio. Ma io resto sempre e umilmente Luca D’Angelo”.

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