Niente drammi per la prima sconfitta in campionato, lo Spezia è pronto a rialzarsi nella sfida interna contro il Cittadella. A mettere il punto sulla brutta giornata del Barbera ci pensa il DS Stefano Melissano, che attraverso le colonne de Il Secolo XIX spiega cosa è andato storto: “Abbiamo sbagliato l’approccio nel primo tempo ma abbiamo reagito. Soprattutto ora ci aspetta il Cittadella e una vittoria può rimettere le cose a posto. Forse inconsciamente abbiamo fatto qualche errore: dopo una striscia così lunga subentrano tanti fattori, ma ci si rende conto e si riparte. In aereo al ritorno i ragazzi avevano già la mentalità giusta” spiega. Anche D’Angelo ha avuto la stessa reazione, dice il dirigente, con la consapevolezza che nessuno in B sia invincibile. E forse uno schiaffo può pure fare bene.
Avanti tutta
E allora, asserisce Melissano, si riparte dall’umiltà e dall’unità del gruppo: “A maggio ci siamo giocati la salvezza all’ultima, ma siamo a -15 dall’obiettivo oggi. Come per una vittoria, perdere a questo punto della stagione non cambia nulla” dice. Non manca un riferimento a Stefano Gori, autentico supereroe della gara di Palermo, acquisto rivelatosi azzeccato nella lista di nomi dell’estate. In mezzo a Vasquez, Radunovic, Bertinato e Confente sono usciti Sarr e lo stesso Gori: “Cercavamo un portiere che volesse riscatto ma che gestisse bene anche un dualismo. Lui aveva motivazioni molto forti e ora giocherà chi è più in forma” la spiegazione. E in attacco Pio Esposito è indiscutibile: “Abbiamo cinque attaccanti, lui è l’unico che per ora ha continuità nei gol, ma tutti danno una mano e sono molto intelligenti nel capire la situazione“. L’importante, dice ancora Melissano, è imparare da partite come quella di Palermo, che insegnano che ci sono anche squadre che possono battere lo Spezia con il loro potenziale importante.
Gruppo unito
Ci si affida ai leader adesso, da Hristov a Esposito, Cassata, Nagy e Bandinelli. Tutti fanno capire che vogliono rimanere concentrati sul campo: “Vedo questa rabbia da parte di tutti e resto tranquillo per il futuro. A volte mi sembra di rivivere situazioni già visto nel 2021, anno della prima salvezza in A, D’Angelo mi sembra a tratti Italiano anche io riesco a fare quello che facevo con lui e lo staff. Anche a me è servito tanto nel primo vero anno da responsabile dell’area tecnica“. E allora, a chiosa, avanti compatti ma senza volare troppo: “Tabelle? Non serve a nulla, non abbiamo nessun programma. Gestiamo la situazione era dopo gara, lo scorso anno ci ha fatto misurare il lato scuro della storia“.