Attraverso le pagine de La Nazione oggi in edicola, Pietro Candelari racconta le sue sensazioni da calciatore dello Spezia. È ormai al secondo anno fra i professionisti e di fatto diventato a tutti gli effetti uno di casa. Già qualche settimana fa aveva raccontato cosa significasse giocare con i grandi, oggi resta con i piedi per terra, invitando a guardare la classifica soltanto in primavera. Intanto, c’è da godersi il momento: “Essere a 19 anni in B non è scontato e mi sento responsabilizzato. È bello non essere più un ragazzo, anche se dentro mi ci sento, ma l’anno scorso ho imparato a stare con i più grandi confrontandomi tutti i giorni. I più esperti scherzano con me e mi fanno sentire a mio agio, io mi prendo le mie responsabilità in campo” dice. Cassata e Bandinelli i punti di riferimento, S. Esposito l’ispirazione, ma i tanti giovani in rosa invitano al legame forte. E poi, naturalmente, non può mancare D’Angelo: “Ci trasmette una mentalità guerriera, ma anche tranquillità e sicurezza in noi stessi“.
Sogni e speranze
Oggi Candelari si sente trequartista ma sa giocare mezzala e si ispira a Isco, ma intanto ha imparato a convivere presto con la nuova realtà dopo aver lasciato Ancona. “All’inizio non è stato semplice, poi mi sono trovato bene con tutti dentro e fuori dal campo. La mia famiglia mi segue ed è orgogliosa, questo era il mio sogno e lo sto realizzando” spiega. Sono con questo quattro gli anni di permanenza nel Golfo, tanto che il giocatore si sente ormai spezzino a tutti gli effetti: “Una città bellissima, simile alla mia, non so ancora parlare il dialetto ma lo capisco. E sono innamorato del pesto. La gente è molto calorosa e l’affetto si sente” continua. Non è un mistero che i tifosi facciano capire quanto sia importante indossare la maglia bianca e pure Vignali e Cassata fanno la loro parte ricordando tanti aneddoti e storie.
Piedi per terra
Adesso la classifica dice 34 punti e un inizio da record, ma Candelari non fa voli: “Lavoriamo guardando alla partita che verrà, guardiamo i punti da marzo in poi. Il derby ci ha lasciato l’amaro in bocca perché avremmo meritato più del pareggio. Sono due punti persi” le sue parole. Il presente dice Catanzaro, “una trasferta dura“, con il sogno di un altro gol dopo quello all’Arechi in Coppa: “Ci sto provando spesso, so solo che quando segnerò lo dedicherò ai miei genitori, cui devo tutto” conclude.