22 Gennaio 2025 - 11:30

Cosenza, ricorso respinto: niente sconti o cancellazione del -4

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Niente sconti e tantomeno cancellazione del -4 in classifica, evento in realtà prossimo all’impossibilità sin dall’inizio di questa vicenda che ha rischiato di impattare sul campionato più di quanto non si creda. Come invece scrive il Corriere dello Sport, paga solo il Cosenza che non riesce a modificare o ad attenuare neppure dinanzi al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni le sanzioni inflitte dal Tribunale Federale Nazionale e dalla Corte d’Appello su ricorso della Procura Federale. Non ha retto la strategia difensiva dei silani, che si erano appellati alla “validità” del modello organizzativo venuto meno per comportamenti non riconducibili alla responsabilità della società, ma causati da evidenti errori di dipendenti «rivelatisi, poi, infedeli e denunciati penalmente».

Le inadempienze

Su segnalazione della Covisoc, era emersa, infatti, la mancata effettuazione nei termini perentori di versamenti obbligatori per l’iscrizione. L’amministratrice Roberta Anania s’era resa colpevole, secondo la difesa del club, d’inadempienze e aveva sostenuto il proprio operato dinanzi al revisore dei conti del club, poi sconfessato dall’Agenzia delle Entrate perché al 1º luglio non era stato effettuato il versamento di contributi Inps e Irpef e dell’incentivo all’esodo di un paio di tesserati. Il totale contestato ammontava a 382 mila euro, di cui 226 mila di ritenute Irpef e 156 mila di contributi Inps. Più 5 mila euro circa di incentivo all’esodo. Tali inadempienze avevano determinato 2 punti di penalizzazione per ogni rilievo. Il Cosenza ha sostenuto che gli illeciti contestati dovessero essere sanzionati con un’unica penalizzazione, tenendo tra l’altro conto delle attenuanti che in effetti non sono mancate.

Responsabilità del club

I legali di Guarascio hanno sottolineato al Coni che si era subito interrotto il «rapporto organico» con l’Anania. Inoltre, si è tentato di dimostrare che «il Cosenza s’era dato regole interne per tutelarsi, ma tali procedure sono state aggirate dalla professionista con i propri comportamenti poi ammessi, assumendosi la responsabilità delle inadempienze contestate». E non a caso è stata squalificata, chiedendo il patteggiamento e non ricorrendo al Coni. Il club aveva chiesto la restituzione dei 4 punti conquistati sul campo da Alvini e, in subordine, che l’eventuale responsabilità fosse attenuata per aver subito sanato le inadempienze. Ma non c’è stato nulla da fare anche in considerazione del Comunicato 140 che ha inasprito le sanzioni per violazione simili. Finora, casi analoghi sono stati sempre sanzionati senza un accorpamento delle penalità che avrebbe potuto ridurre il -4. Questo è, però, il primo caso in cui viene messa in rilievo la responsabilità di un club nonostante il modello organizzativo che gli stessi devono adottare secondo le norme della Figc.

 

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