In vista di Cittadella-Spezia, l’edizione odierna de Il Secolo XIX ha intervistato il tecnico Roberto Venturato, grande ex della panchina granata e in passato accostato anche alle Aquile. Oggi è in cerca di panchina, ma vanta 270 gare con i veneti, 5 play-off in fila e due finali fallite. “Col Verona andammo a un passo dalla A, col Venezia sbagliammo il primo tempo dell’andata” racconta. Quasi imprese che convinsero anche lo Spezia a cercarlo, come conferma lui stesso: “Pecini mi chiamò e avemmo un colloquio, tanto da farmi parlare con l’AD Tella. Pensavo di avercela fatta, ma poco dopo annunciarono Thiago Motta… Non ho mai capito cosa fosse successo ma questo è il calcio“.
Gara dura
Oggi il Cittadella ha sempre la medesima filosofia e si è assestato con continuità in Serie B. La capacità del DG Marchetti è quella di abbinare bilancio ed esigenze in un esempio virtuoso. “Un dirigente unico nel nostro calcio” lo definisce Venturato. Sabato, secondo il tecnico, sarà una partita senza punti di riferimento: la squadra granata si è ripresa e con Dal Canto è migliorata. “Le differenze alla fine vengono sempre fuori e la classifica non mente. Lo Spezia ha sicuramente qualcosa in più, ma il Tombolato è un camp difficile. Pio Esposito ha accelerato la sua crescita, sarebbe stato molto temibile: con quella personalità può fare una grande carriera. Salvatore lo conosco dalla Spal, ha sempre avuto caratteristiche importanti e la maturazione ora fa capire quanto valga” conclude l’allenatore.