In attesa del closing, previsto per i prossimi giorni, il nuovo proprietario dello Spezia Paul Francis ha risposto alle domande de Il Secolo XIX, le prime di fatto da parte della stampa italiana. L’australiano con passaporto americano spiega i passaggi della trattativa, anche breve nelle tempistiche, con l’accordo trapelato poco prima del previsto: “La cosa più importante è non distrarre la squadra dalle grandi prestazioni che stanno mettendo in campo. Ci aspettano partite molto importanti e non servono distrazioni. D’Angelo e i ragazzi devono pensare a giocare mentre noi lavoriamo fuori dai riflettori” il primo pensiero. Francis, con la famiglia, vivrà a Milano e assisterà alla prima partita contro il Catanzaro al Picco, il 23 febbraio, con anche un po’ di ritardo burocratico. Di fatto, Francis arriverà dal 17 alla Spezia per prendere contatti con il tessuto del club e cominciare la nuova avventura.
Approccio e filosofia
Quindi, il proprietario di FC32 spiega il suo pensiero a livello imprenditoriale: “Per i club più piccoli è molto difficile essere competitivi e sono spesso costretti a vendere i propri pezzi migliori per rimanere a galla e far quadrare i conti. Spesso ciò va contro lo sviluppo del calciatore e della sana competizione, creando un circolo vizioso. Proveremo a cambiare” spiega. Tradotto, continua Francis, i trasferimenti nei grandi club non dovranno indebolire mai lo Spezia. Ad oggi il club di Via Melara sarà il top della galassia FC32, anche se – assicura l’imprenditore – nei prossimi mesi ci saranno acquisizioni di altri club anche con l’obiettivo di portare giovani interessanti in Liguria. L’idea, peraltro già sbandierata dal sodalizio, è quella di avere tanti club differenti per permettere a ogni calciatore di svilupparsi al meglio a seconda delle sue capacità.
Passione forte
Francis sembra poi aver già capito quanto sia forte il legame della piazza con la squadra, lo stadio rinnovato: “Il nostro obiettivo è avere almeno sei giovani provenienti dal vivaio nella squadra titolare. I giovani devono ascoltare e vedere i percorsi dei più grandi, vogliamo raccontare le storie dei nostri aquilotti e celebrare chi li ha preceduti“. E alla domanda sull’obiettivo risponde: “Quello immediato e chiaro è riportare lo Spezia in A e renderlo competitivo, con un base di giocatori vogliosi. Poi l’indipendenza finanziaria, fornendo un vantaggio competitivo nell’attirare e trattenere i talenti, garantendoci successi. Sviluppare i calciatori è un’arte e una scienza, che richiede un percorso a lungo termine” chiude.
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