Non c’è dubbio che sia il pittore del centrocampo dello Spezia, anche se non vuole sentirselo dire. Salvatore Esposito è una pedina imprescindibile per la squadra di D’Angelo e quando è mancato si è sentito eccome in campo. Chiedere anche all’ultima partita a Cesena, sperando che la sua assenza non pesi anche contro il Brescia alla ripresa visto il problema agli adduttori da cui non ha ancora recuperato. “Sono ancora KO, spero di rientrare presto. Contro il Pisa ho giocato anche se non stavo bene – racconta oggi a La Gazzetta Dello Sport – ho corso il rischio ma non mi pento. L’ho fatto per la squadra“. Ed effettivamente quel gol su punizione ha ricordato a molti quello contro il Milan, nel palcoscenico della A. Alla rosea il centrocampista racconta anche di aver cominciato a tirare punizioni nella Primavera dell’Inter con Zanchetta, quindi con Viviani alla Spal, grande specialista. In un calcio moderno in cui su punizione non si segna mai non è male averne realizzati due.
Torna presto
Imprescindibile, dicevamo. Lo stesso calciatore sa di essere importante: “Mi dispiace non poter aiutare la squadra, stare fuori è la cosa peggiore. Non mi sono dato scadenze per tornare, vivo alla giornata. Ma dico che crediamo tanto nel secondo posto perché conosciamo le nostre qualità. Ci arrenderemo solo quando non sarà più possibile raggiungerlo“. Resta forse qualche punto di troppo perso per strada, ma adesso non serve ripensarci: “Non credo ci siano rimpianti – spiega – perché abbiamo sempre messo tutto in campo. Probabilmente avremmo potuto gestire meglio qualche situazione di testa, ma penso che alla fine fra punti persi e guadagnati siamo in equilibrio“.
Che intesa
La possibilità di giocare insieme al fratello Pio è qualcosa di eccezionale, tanto che i suoi assist sono serviti eccome al capocannoniere della B: “Per me è una gioia doppia farlo segnare, ne vedo la crescita e sono orgoglioso. Da qui alla fine avrà altri assist“. L’intesa è quasi naturale, dote… di famiglia: “Ci conosciamo a memoria e ci troviamo a meraviglia. A Castellammare io e Sebastiano lo mettevamo in porta perché era più piccolo e si arrabbiava, ma pensavamo solo a giocare a pallone“. Venerdì sarà un peccato saltare la sfida al Brescia, per lui speciale come quella con la Juve Stabia: “La mia seconda casa, ho quella maglia nel cuore perché ci ho giocato tre anni prima dell’Inter. Non è come Stabia, per me è proprio difficile“.
E l’Inter…
In fondo all’anno il fratello Pio Esposito farà rientro all’Inter, che per lui sembra avere grandi progetti: “Sa che deve crescere piano piano e questo lo aiuta. Farà le scelte migliori insieme a un club che su di lui punta tanto” spiega. Anche Salvatore è stato di proprietà nerazzurra, ma poi arrivò la cessione alla Spal nel 2018: “Non ho rimpianti, una decisione che mi ha spronato a dimostrare che qualcuno si era sbagliato. Ma è stata una grande esperienza, ho vinto due scudetti e una Supercoppa e ho ancora tanti amici” conclude.