11 Aprile 2025 - 10:58

Lapadula: “Sentivo i gol, Spezia è come il Cagliari. Ho un pensiero”

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L’edizione odierna di Tuttosport ha intervistato Gianluca Lapadula in vista di un finale di campionato tutto da scrivere. La chiacchierata è ripartita naturalmente dalla gioia per la doppietta alla Sampdoria:Ci vuole un po’ ma poi arrivo – racconta – visto che anche a Pescara, Cesena e Cagliari ci ho messo più di 6-7 partite. Stavo bene fisicamente anche allora, poi ho capito che era il momento. C’è una frase di Careca che ho fatta mia: “quando il goleador non quentra el gol, el gol quentra el goleador”, due entità che si cercano sempre“. E segnare al Picco è stato subito speciale: “Ho visto tanti stadi, ma Spezia è diverso. Senti tutto, segnare sotto la Ferrovia è incredibile“.

Ossessione pensata

Una curiosità emerge dalle parole dell’attaccante: scrive tanto su un quaderno sensazioni, appunti e pensieri: “Avevo scritto il 4 aprile che stavo bene e avrei vissuto al meglio il momento, sapevo che tutto sarebbe arrivato compresi i gol. Avevo la sensazione positiva e le gambe volavano. Mi capita di rivivere sensazioni e momenti della partita a riposo, ci ripenso“. Altra novità, il 3-5-2: prima volta per l’italo-peruviano, che è un punto di riferimento ma non solo: “Credo che la mia doppietta sia nata a Cesena nel post-gara. Avevo giocato bene ma sbagliato il rigore decisivo, attesi la conferenza, poi toccava a me e mi disse che non era successo nulla e gli bastava quello che avevo espresso” dice. Tanti allenatori gli hanno dato molto, Ranieri a Cagliari compreso, oltre all’attuale esperienza, ma in generale – afferma – devono essere bravi a lasciare qualcosa. Fuori dal campo conosciamo un Lapadula che legge molto, vede poca TV, suona il pianoforte e perfeziona la lingua inglese. E poi il rapporto con il Perù: “A Lima c’erano tutti i miei parenti riuniti, la mia famiglia felice e nel suo contesto”.

Messaggio da grande

E poi un messaggio chiaro: “Dico ai giovani di credere in se stessi, pensare a dove saranno. Al Milan non mi sono fermato a ciò che era, vivevo con calma e davo tutto. A 35 anni mi sento lo spirito dei 23-24, nel calcio si sa sempre chi ringraziare e no un domani. Questi lo sanno da soli“. Oggi il presente si chiama Spezia, in piena lotta per la Serie A: “Sembra una squadra che può mollare e perdere tutto, ma poi finisce per ribaltarla, come quel Cagliari soffre ma sembra tutto scritto. A giugno vorrei andare in Nazionale per le qualificazioni al Mondiale, significherebbe saltare i play-off e siamo riusciti nell’impresa. Dobbiamo fare nove punti, ci proviamo. Ma abbiamo una buona generazione“. Come la maglia bianca. 

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