29 Luglio 2024 - 09:54

Accelerata nelle entrate e non nelle uscite. I motivi della rottura con Macia

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Sulle pagine dei quotidiani locali si torna oggi sul fulmine a ciel sereno della sospensione di Eduardo Macia di sabato, con alcuni retroscena ulteriormente interessanti che denotano i motivi della scelta. Il Secolo XIX fa risalire gli ultimi attriti alla conference call del 13 luglio, piuttosto accesa e con una sorta di fiducia a termine al dirigente, quasi nell’intimare come entro la fine di luglio si sarebbe dovuti rientrare in maniera importante con i capitali a fronte di accelerazioni nelle operazioni in uscita. La risposta con richiesta di tempo, dopo sette giorni, non ha sodisfatto i Platek, che sabato hanno inviato il famigerato comunicato direttamente dall’America.

Lo scenario

Ora c’è grande fretta di chiudere le operazioni almeno più onerose entro il 31 luglio, con il mercato affidato a Philip Platek, Gazzoli e Melissano. Nel frattempo, si legge ancora, Macia attende istruzioni ed è rimasto alla Spezia. Nelle prossime 48 ore si capirà di più, ma secondo il quotidiano potrebbe esserci anche l’ingresso di un consulente esterno dall’estero per appoggiare le varie operazioni.

Nagy e Nikolaou

La Nazione, nel sottolineare gli attriti sulle decisioni di mercato, spiega come già la sollecitazione di Macia per accelerare il riscatto di Nagy (1,2 milioni) non lo aveva allineato alla proprietà, mentre soprattutto il maxi-scambio col Palermo per Nikolaou, Soleri e Aurelio avrebbe registrato il maggior muro fra le parti: dagli States avrebbero voluto cash senza contropartite. Le entrate, poi, di Pio Esposito, Sarr e Bertinato (ancora tutta da verificare) avrebbero fatto traboccare il famoso vaso, con la proprietà che avrebbe appuntato a Macia la forzatura delle operazioni in entrata nonostante non si fosse giunti alle cessioni. 

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