Petko Hristov è uno dei punti fermi dello Spezia secondo in classifica in Serie B, tanto che le sue prestazioni hanno ultimamente attirato anche parecchi estimatori in giro per l’Italia e l’Europa. Una sorta di totem per la miglior difesa che le Aquile stanno mettendo in campo, che con soli 8 gol incassati è la meno battuta della categoria. A La Gazzetta Dello Sport, il bulgaro ha provato a spiegare i segreti del reparto che così bene sta facendo nella linea denominata “WiHriBe” insieme a Wiśniewski e Bertola. Le orme sono quelle della famosa BBC di juventina memoria, anche se i paragoni non sono semplici: “Io sono più il Chiellini – scherza Hristov – visto che tre volte mi sono spaccato la testa e ho giocato col turbante“. E se D’Angelo nasce difensore in carriera, ora il segreto è tutto della sua linea arretrata: “Si può ancora migliorare, perché su 8 gol alcuni erano evitabili. Ma in altri casi siamo stati più fortunati. Spesso non riescono a tirare in porta, ma tutto quel che facciamo lo analizziamo attentamente per lavorarci su: è questo il nostro segreto” dice.
Granitici
Com0’era il detto? Una buona difesa è il migliore attacco. Hristov ammette la qualità dei bomber altrui, menzionando Tutino, Coda, Iemmello, ma ora si pensa al presente: “Col Pisa contava non perdere, era la prima. Vincevamo 2-0 e abbiamo preso gol evitabili. Non eravamo concentrati come li siamo ora” spiega. Oggi fare gol a questo Spezia sta diventando sempre più difficile: “Siamo in grande fiducia, difendiamo in undici, gli attaccanti fanno tanto pressing e da noi arrivano pochi pericoli. Se pressiamo alti è difficile attaccarci” dice. Buone notizie anche per i portieri: “Auguro a Sarr e Gori di guadagnare lo stipendio senza parare, ma lavorano tantissimo e sono entrambi molto importanti” le parole del capitano.
Vita da campo
Infine, Hristov si concentra su altri momenti della sua vita in maglia bianca. Dalla comunicazione “particolare” con un polacco, un italiano e un ceco all’indossare la fascia da capitano: “Mi sento responsabilizzato rappresento una città e un club che deve stare in alto. Siamo tanti leader e io devo cercare di esserlo di più“. Il bulgaro ha già segnato due reti, naturalmente sui piazzati: “Siamo ben strutturati, D’Angelo si aspetta i nostri gol e Salvatore Esposito mette dei cioccolatini” sorride. Se si guarda indietro, il centrale ricorda gli inizi italiani alla Fiorentina, per poi finire in C alla Pro Vercelli e poi allo Spezia di Motta con “una salvezza miracolosa“. Poi il Venezia, tappa fondamentale per la sua crescita, oltre alla Nazionale oggi ritrovata ma senza poter tornare in campo. E ora un assist al gemello Andrea che gioca nel Cosenza: “Spero che ad Alvini dia le gioie che non ho potuto dare io. Giocano col Pisa? Non sapevo! Ora lo chiamo” chiude sorridendo.