1 Dicembre 2024 - 20:00

Perdere è umano, imparare d’obbligo. E ora può fare anche bene

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E così è arrivata la prima sconfitta in campionato. Dopo 14 partite anche lo Spezia che appariva imbattibile ha lasciato sul campo i primi tre punti della sua stagione al cospetto di un Palermo più in palla, più carico, galvanizzato dal fattore casa e che ha meritato il successo. Poco male, oggettivamente: il cammino della squadra di D’Angelo resta il migliore di sempre e non deve essere certo un KO (peraltro contro una squadra di gran qualità) a cancellare tutto. Se mai, la prestazione sottotono del Barbera potrà e dovrà diventare oggetto di analisi in vista del rush finale del girone di andata. E così sarà sicuramente.

Quando la sconfitta fa bene

Ma ci sentiamo anche di dire e scrivere un’altra cosa. La prima sconfitta nel torneo, da un punto di vista meramente di numeri, può servire per far tornare tutti sulla Terra in fretta: ormai da settimane commentatori, editorialisti, quotidiani e intervistati tessono incessantemente le lodi della formazione in maglia bianca iniziando a pronunciare una certa lettera o a riscrivere i libri di storia. La battuta d’arresto di Palermo azzera tutto il castello di record, numeri, statistiche e comparazioni, facendo ripartire tutto dall’inizio. Anche qualche calciatore aveva cominciato a guardare in alto, non ultimo uno dei trascinatori come Pio Esposito, ma la prima caduta permette di sgravare un po’ tutti da quella pressione e aura di “supereroi” che si stava costruendo. Una sconfitta che paradossalmente può pure far bene, ovviamente se presa nel modo giusto. Spesso dagli errori si risorge migliori, così dovrà fare lo Spezia: non si può vincere sempre e, seppure sia una massima scontata, è sempre bene ricordarlo. 

Ma quale salvezza…

Non fraintendeteci: l’obiettivo sbandierato da inizio anno dalla società di una salvezza tranquilla resta decisamente ben poco credibile e questa squadra ha tutto per giocarsi i primissimi posti, ma la partita col Cittadella vivrà di una settimana (piena) di più miti consigli, di piedi a terra e di consapevolezza: in sostanza “siamo forti sì, ma non imbattibili“. Imparare dalle sconfitte è anche questo: andare a giocare al Picco con la certezza della propria forza e delle proprie qualità. Certamente immutate, ma ora con un po’ più di testa leggera. Può essere un punto di (ri)partenza per un gruppo che ha dimostrato già l’anno scorso in condizioni ben più difficili di sapersi adattare e calarsi nella parte, figuriamoci adesso. Godiamoci il viaggio, comodi.

LE NOSTRE PAGELLE DEL MATCH

Votate i vostri tre migliori di Palermo-Spezia

  • Gori (53%, 147 Votes)
  • S. Esposito (11%, 31 Votes)
  • P. Esposito (8%, 23 Votes)
  • Hristov (6%, 18 Votes)
  • Candelari (4%, 12 Votes)
  • Elia (4%, 10 Votes)
  • Cassata (4%, 10 Votes)
  • Mateju (2%, 5 Votes)
  • Vignali (2%, 5 Votes)
  • Reca (1%, 4 Votes)
  • Nagy (1%, 3 Votes)
  • Wiśniewski (1%, 2 Votes)
  • Soleri (1%, 2 Votes)
  • Bandinelli (1%, 2 Votes)
  • Di Serio (1%, 2 Votes)
  • Bertola (0%, 1 Votes)

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One thought on “Perdere è umano, imparare d’obbligo. E ora può fare anche bene

  1. Ovviamente perdere non fa piacere, ma è stato il modo in cui è avvenuto. Certo difronte avevamo il Palermo, una squadra costruita per vincere mentre noi bisogna ricordarsi che finora è stata tutta una sorpresa, ma per la prima volta ci hanno veramente messo sotto sia fisicamente che tatticamente. Persi quasi tutti i duelli e di seconde palle ne abbiamo prese molto poche, se a ciò unisci la qualità individuale del Palermo ,ecco che loro hanno fatto lo Spezia. Da sempre dico che dobbiamo arrivare a 45 punti e poi divertirsi, a maggior ragione lo ripeto adesso e non è disfattismo, anzi se ricominciamo con la carica di chi deve fare la guerra per salvarsi, rivedremo lo Spezia cattivo agonisticamente e vincente delle settimane precedenti.

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