Il patron della Salernitana Danilo Iervolino è stato condannato a quattro anni di reclusione con l’accusa di corruzione. Questo il responso del rito abbreviato sul tema insieme ad alti dirigenti del Ministero del Lavoro. Al presidente della formazione campana, anche presidente dell’Università telematica Pegaso, inflitti quattro anni di carcere e divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per altrettanti. Cinque anni per il segretario generale CISAL Cavallaro e due anni e otto mesi a Miele, collaboratore proprio di Iervolino.
La ricostruzione
L’illecito, secondo l’ANSA, si sarebbe verificato quando le due pubblici ufficiali Concetta Ferrari e Fabia D’Andrea (all’epoca in carica) avrebbero fatto avere a Cavallaro il parere favorevole già negato dal ministero, alla divisione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal conservando i vantaggi economici e patrimoniali che altrimenti sarebbero andati persi. Il tutto in cambio di assunzioni o progressioni lavorative di un figlio e di alcune sue conoscenti. Contestualmente, anche la Salernitana ha emesso una nota, spiegando come la vicenda non influisca sul club.
Il comunicato della Salernitana
In relazione alle odierne notizie di cronaca giudiziaria che riguardano il proprietario Danilo Iervolino, l’U.S. Salernitana 1919 precisa che la vicenda non è riferita in alcun modo al club e non influenzerà minimamente la normale prosecuzione delle proprie attività sia sotto il profilo finanziario, sia dal punto di vista manageriale, grazie alle autorevoli e competenti figure di riferimento in ogni ambito. Sicura che al più presto il patron Danilo Iervolino dimostrerà nelle sedi opportune la totale estraneità ai fatti contestatigli, tutta la famiglia dell’U.S. Salernitana 1919 ribadisce di essere al suo fianco in misura compatta, certa di un rapido e felice chiarimento della questione.