Il capocannoniere della Serie B Pio Esposito, intervistato da TMW, ha parlato di tanti temi in salsa Spezia e non soltanto, sempre con la testa rivolta a un finale di campionato che si preannuncia incandescente. Eccone alcuni estratti significativi.
Le parole di Pio Esposito
Sul sogno: “A questo punto diventa un obiettivo, sono stato il primo a sfatare il tabù perché conosco la mia squadra e so quanto siamo forti. Non ha senso nasconderci. Ora siamo terzi e non basterebbe ma mancano ancora nove gare e 27 punti. Può accadere di tutto e dobbiamo essere pronti”.
Sulla classifica: “Visto il potenziale delle concorrenti non credo si arriverà al distacco di 15 punti. Dobbiamo pensare a fare più punti possibili per l’obiettivo, perché l’importante è raggiungere ciò che vogliamo, non il come”.
Sugli obiettivi personali: “Non ho mai voluto pensarci, anche un po’ per scaramanzia, ma sono certo di aver superato anche le aspettative di tanti e di aver fatto ricredere molti. In più ho dimostrato a me stesso cosa so fare. Non ho un numero di gol prefissi, serve che siano importanti per la A. L’esultanza con i muscoli? Ormai anche allo stadio lo speaker mi annuncia così… Tutto nasce dalla trasformazione fisica vista quest’anno: ho preso 10 chili di massa muscolare e sono diventato più forte in campo e nei contrasti. Con Hristov ci fermiamo sempre in palestra e la cosa che ha dato origine a tutto è che mi si gonfiano subito i bicipiti. Però non credo che sia ancora arrivata la svolta vera, sono al secondo anno nel calcio dei grandi. La gara col Venezia ha segnato uno switch notevole, è stato davvero emozionante e mi ha fatto decidere di tornare allo Spezia”.
Sugli allenatori: “Con Alvini mi sono trovato bene, ho ricevuto fiducia e ho segnato le prime due volte. Proverò sempre affetto per lui. D’Angelo non è uno che parla tanto ma è deciso. Non mi ha dato tanti insegnamenti, ma consigli su come gestire il nervosismo e la partita sì. E anche da parte sua ho sentito subito fiducia. In estate mi ha rivoluto fortemente. Ha fatto la differenza da quando è arrivato e questo basta e avanza per far capire la sua importanza”.
Sui cartellini: “Non ho mai preso rossi, l’anno scorso solo 4 gialli. Quest’anno 6, ma giocando sempre: si tratta di un aspetto su cui lavoro molto e cerco di non farmi prendere quando mi provocano”.
Sulla vita fuori dal campo: “Sono un ragazzo socievole, dedito ad amici e famiglia, poi sono malato per il calcio. Sono felice di aver aiutato i bambini di Castellammare, è stato importante riqualificare il nostro campo. Un gesto di riconoscenza verso il nostro quartiere, dove tutto è nato”.
Sui fratelli: “Sebastiano è il più talentuoso, anche il più simpatico. Il più bello? Io, che domande!”.