18 Febbraio 2021 - 18:00

Il rinato Agudelo: quando l’intuizione fa la differenza

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Chiamatelo centrocampista, anzi no. Il comunicato del Genoa datato 8 agosto 2019 recita chiaramente nella didascalia dedicata al colombiano il ruolo che ricoprirà nel Grifone: quello di giocatore da zona mediana del campo. Inevitabile, pensa, crescere sotto l’ala di un maestro di calcio come Aurelio Andreazzoli. Peccato che però la parabola di uno dei giocatori considerati fra i migliori della generazione di fine anni ’90 sembri da subito discendere: con i rossoblu non gioca mai. Ma non per dire, proprio mai nemmeno un minuto. Ci vuole l’allontanamento del tecnico per farlo scendere in campo: a crederci è Thiago Motta, che lo lancia da trequartista contro il Brescia e lui lo ripaga subito con una rete: “L’allenatore mi ha detto solo di divertirmi” dirà. Ma anche lì il sorriso si spegne troppo presto. Dieci presenze totali, decisamente poco per un profilo arrivato in Italia sperando di calcare le orme di gente come Cuadrado, Zapata, Muriel, che in Serie A hanno costruito una carriera. 

MELUSO: “A FIRENZE CI PROVEREMO, AGUDELO? ORA SI ESPRIME AL MEGLIO”

Nuova avventura

La destinazione si chiama Fiorentina: prestito con obbligo di riscatto in base alle presenze, uno stimolo in più per vederlo finalmente rendere al meglio. Peccato che sul campo di input ne arrivino ben pochi: nonostante la sua capacità di adattamento anche sulle fasce laterali, Agudelo colleziona la miseria di 63 minuti: 1 con la Juventus, 7 con il Lecce e 55 nell’ultimo turno con la Spal ormai retrocessa. Per giunta in tre ruoli diversi, se così si può dire: centrocampista centrale, seconda punta e trequartista. Inevitabile che anche l’esperienza in viola si concluda presto. E nonostante le riconosciute qualità da parte di molti compagni, è tempo di una nuova avventura. Di restare a Genova non se ne parla ma in Liguria sì, è Mauro Meluso a crederci e a intuire quello che il ragazzo vuole: “Abbiamo cercato profili vogliosi di riscatto“. Mai frase fu più azzeccata: unite la grande voglia del sudamericano alla lungimiranza di Vincenzo Italiano e il mix diventa letale. 17 gettoni, 843′ fin qui in campionato – nemmeno paragonabili ai precedenti – il gol a Parma e un rendimento un po’ altalenante. Manca la ciliegina: l’ennesima emergenza di una stagione anomala è pronta a scrivere un’altra storia. Con Nzola e Piccoli ai box e Galabinov lontano dalla condizione migliore quella per Agudelo diventa una vera e propria folgorazione. Con il Sassuolo diventa falso nueve, finta punta veloce in un tridente che di certezze e di punti di riferimento ne ha sempre avuti tanti e che toglie ora certezze all’avversario. E il risultato è assicurato: Sassuolo frastornato, rimontato e battuto dall’effetto sorpresa, con tanto di attestato di divertimento, il Milan una settimana dopo non finisce meglio. Italiano ha rivitalizzato il suo Agudelo con un’intuizione da top player: “Ha qualità eccezionali, da giocatore importante” se lo coccola il tecnico.

Ha trovato… l’America

È questo il suo vero ruolo? Se lo chiedono in molti, la risposta la sta dando il campo ed è sempre più un sì. E pure con la Fiorentina le cose non dovrebbero cambiare molto, almeno dall’inizio. Agudelo ora cerca un riscatto sul campo, ma anche fuori: sono sette i milioni previsti dal diritto di riscatto. Viste le prestazioni del momento… paiono anche pochi.
Insomma, quel che è certo è che il ventunenne sudamericano abbia finalmente trovato l’ambiente ideale per lui. Nei rapporti con allenatore e squadra, nell’ambizione personale e nel ruolo, forse fin qui dato un po’ troppo per consolidato in precedenza. Vai Toto, ora è il tuo momento, con la speranza di uno scherzetto ai suoi vecchi compagni.

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