Su La Nazione questa mattina in edicola troviamo una bella intervista ad Ardian Ismajli. Il difensore albanese si racconta fra obiettivi sicuri e Nazionale. Un lavoro di miglioramento costante, che ha portato il centrale ad essere una colonna dello Spezia e della selezione di Reja: 11 presenze in maglia bianca, 9 da inizio 2021. Una scommessa decisamente vinta in estate da Meluso: “Dopo tante stagioni a Spalato ho ricevuto diverse offerte – racconta – ma il progetto Spezia mi ha convinto maggiormente. Ho scelto il meglio per la mia crescita“. Un rapporto nato da bambino quello con il pallone: dalle scuole calcio a Priština, l’amore per il calcio ereditato dal padre Ilmi. E poi il sogno: giocare in Serie A. Non può mancare, ovviamente, la Nazionale: la scelta dell’Albania, dopo la trafila nel Kosovo, è subito spiegata: “Questa squadra rappresenta tutti gli albanesi che si sono separati in 6 Paesi dell’ex Jugoslavia dopo la guerra, mentre il piccolo stato rappresenta solo se stesso. Giocare per l’Albania è un privilegio, ma seguo con affetto anche il Kosovo, che mi ha fatto crescere calcisticamente e professionalmente“.
Convivere con il conflitto non è stato semplice per Ismajli, che da bambino ancora ricorda i segni militari nella sua vita. Esperienze che hanno forzato la sua crescita e il suo carattere. E poi, dicevamo, la Serie A, spesso ritrovata anche in patria. “Il movimento del calcio albanese in Italia è cresciuto molto e ho legato maggiormente con Berisha della Spal, Hysaj del Napoli, Kumbulla della Roma e Djimsiti dell’Atalanta” racconta.
PASQUETTA DI LAVORO PER LO SPEZIA: IL REPORT
SALVARSI GIOCANDO BENE? SI PUÒ, NONOSTANTE QUALCHE RIMPIANTO