Lo Spezia punta su Modena o Firenze. Lo scrive La Nazione oggi in edicola, spiegando come siano questi i due stadi ai quali sta pensando il club aquilotto come sedi alternative al Picco in vista della prossima stagione. Se non verrà concessa un’ulteriore deroga per giocare in città, lo Spezia virerà su una di queste due alternative. Per lo stadio Braglia si attende l’accordo tra il Modena e il Comune, necessario per stipulare una sorta di convenzione di utilizzo. Per il Franchi, invece, la valutazione è di tipo economico. Sondate anche altre soluzioni vicine al Golfo: non praticabili, però, gli stadi di Piacenza e Cremona, mentre la bocciatura per Parma è legata a problemi di ordine pubblico.
Nel frattempo, lo Spezia continua a lavorare per avere il Picco a disposizione, ma la soluzione non è semplice. Occorre un progetto esecutivo finanziato entro giugno e il contestuale inizio dei lavori. Il club aquilotto sta portando avanti con il Comune la soluzione per la ricostruzione della curva Piscina, che non ostacolerebbe la disputa degli incontri casalinghi al Picco. L’ostacolo non risolvibile è però la capienza minima, fissata a 10mila spettatori con stadio diviso in quattro settori. Con i lavori in corso alla curva Piscina, lo stadio delle Aquile non raggiungerebbe tale cifra. Ad inizio autunno, burocrazia permettendo, dovrebbero iniziare i lavori, con tempi di realizzazione previsti in circa 3-4 mesi. Ciò significa che, senza ulteriore deroga della Lega, lo Spezia sarebbe costretto a disputare le prime partite casalinghe a Modena o a Firenze, per poi rientrare al Picco a dicembre, o a gennaio del 2022.
LO SPEZIA RIFARÀ LO STADIO, MA PRIMA LA CESSIONE DEL BENE
UNA PARTNERSHIP LA CHIAVE PER SBLOCCARE LA SITUAZIONE?