Su La Nazione oggi in edicola troviamo un viaggio alle origini di Vincenzo Italiano. Il quotidiano ha intervistato il presidente della società di Serie D Lino Chilese, che ha raccontato com’è nato il rapporto con il tecnico. Al momento del suo passaggio nel club vicentino, l’allenatore sedeva sulla panchina della Vigontina San Paolo, avversaria proprio dell’Arzignano: non fu un campionato felice perché Italiano retrocesse in Eccellenza, ma nella testa del presidente aveva già un posto per la stagione successiva. “Anche in quelle categorie era un perfezionista, i dettagli fanno la differenza e vive di calcio 24 ore al giorno. Quando andavamo a mangiare con la squadra iniziava subito a parlare di tattica” racconta Chilese.
Ma non mancano gli aneddoti: una volta sostituì il portiere all’88’ per tre passaggi di fila sbagliati (voleva la costruzione dal basso anche in D) e a fine gara ci volle grande diplomazia con i genitori infuriati. Insomma, era già l’Italiano che conosciamo. Racconta ancora il numero uno della società dilettantistica: “Vedere lo stadio di Arzignano pieno di tifosi e appassionati era una soddisfazione, c’erano più di 1000 persone a fine campionato. Ogni avversaria era in difficoltà contro la nostra squadra. A fine anno provai a trattenere Italiano, ma arrivò la chiamata del Trapani e per lui è stato un bene“. E sullo Spezia non ha dubbi: “Spero possa restare a lungo, anche se le sirene da altre big arriveranno“.
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