Sulle colonne de La Nazione oggi in edicola troviamo un’intervista all’ex DS aquilotto Massimo Varini. Con lo Spezia portò a casa due promozioni: nel 2006 e nel 2010. È tornato più volte in riva al Golfo, non lo ha mai dimenticato e ricorda sempre volentieri quelle due grandi annate. “Ora sono cambiati i tempi, allora si parlava della Valenzana mentre oggi di Juve, Inter, Napoli e Roma. Con l’arrivo della proprietà americana è tutto da scoprire: mi sembra una società molto solida a livello economico e spero che gli americani entrino bene nella realtà del nostro calcio” commenta. Da operatore di mercato, poi, un riferimento anche al nuovo sistema di algoritmi: “Credo sia una componente importante e da non sottovalutare per restare al passo con i tempi. Però il calciatore va anche conosciuto attraverso il carattere e altri aspetti”.
Non può mancare, poi, il riferimento a Vincenzo Italiano: “Credo abbia avuto un momento di riflessione perché quando i treni passano bisogna prenderli ed è difficile dire di no a chiamate importanti. Ma penso che misurarsi un altro anno con la realtà Spezia sia giusto per la sua crescita”. Inevitabile che l’obiettivo sia la salvezza, meglio se tranquilla. L’importante – continua Varini – è che la mentalità sia quella di sempre: “Lo Spezia non è ancora il Sassuolo della situazione, è ancora all’inizio del suo percorso e al secondo anno di A bisogna consolidarsi“. Con la speranza di rivedere il Picco gremito: “Sarà un’arma in più quella del pubblico, in A può diventare un fortino difficile da espugnare per qualunque squadra. Serviranno giocatori di carattere”.
POTERE SU MERCATO E SPOGLIATOIO IN SINERGIA: ECCO IL NUOVO SPEZIA CON ITALIANO
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