Sulle colonne de La Gazzetta Dello Sport si parla oggi della riforma del calcio italiano. Il presidente federale Gravina illustrerà la bozza del progetto per una maggiore sostenibilità del sistema. La Federazione cerca un modo per rispondere alla crisi del calcio, offrendo un modello più sostenibile. Il cambio del format non ha fin qui ricevuto ampio gradimento dai club, ma per ora si tratta solo di una bozza.
Secondo la rosea, comunque, la FIGC non ha intenzione di forzare la mano: se i club si dimostreranno ostili si studierà una mossa diversa con l’obiettivo di costituire una soluzione che limiti le discrepanze tra le categorie. Le vedute di Gravina, infatti, comprendono anche le serie inferiori. Nelle sue idee c’è una Serie A a 18 squadre con 2 retrocessioni, una B (o B1) e una Serie C Elite (o B2). In queste categorie si parla di 36 squadre divise in due gironi, entrambe con due promozioni e due retrocessioni. Il totale sarebbe di 90 club a fronte degli attuali 100.
La riforma comprende anche un percorso di avvicinamento al 2024/’25, data di possibile start della novità. Si ipotizzano due campionati cuscinetto per Serie C e Serie D. Secondo Gravina non si può attendere oltre per riformare il nostro calcio e pensa a un’Assemblea Federale straordinaria da riunire entro novembre, al fine di modificare alcune norme che possano permettere l’approvazione anche senza la maggioranza dei club.