La Gazzetta dello Sport di oggi ci offre un’intervista al presidente della Figc Gabriele Gravina che ha espresso la sua opinione sul campionato che sta per iniziare: “È una stagione di rinascita, il recupero di tecnici rimasti fuori come Allegri, Spalletti, Sarri e in più il ritorno di Mourinho, mi auguro dia una continuità a ciò che è emerso all’Europeo: si può essere competitivi e vincere grazie al gruppo e a una guida sicura, senza necessariamente avere dei singoli top che spesso fanno saltare il banco. Auspico una politica legata al gioco di squadra“. Poi ci ha tenuto a sottolineare che i club vengono da un periodo difficile: “Usciamo da una fase durissima acuita dal Covid. I club sono stati sottoposti a sforzi che hanno messo a rischio la loro sopravvivenza e quella dell’intero sistema. I primi segnali di contenimento dei costi stanno arrivando, ora dobbiamo aumentare i ricavi. Ma servirebbe un aiuto“.
Dunque le varie società avrebbero bisogno di un grosso contributo da parte dello Stato: ” Chiediamo un aiuto che non è una contribuzione, ma il permettere di intraprendere un percorso progettuale di risanamento e l’applicazione di un piano industriale. Servirebbe un supporto operativo di rateizzazione e una riapertura per quanto riguarda l’attività legata al betting e al credito di imposta come è stato riconosciuto ai settori del mondo della cultura. Così il calcio potrà uscire da questo momento di difficoltà, a condizione di essere altrettanto bravi a portare modifiche strutturali, a partire dalla riforma dei campionati”.
Non è mancato il tema della riapertura degli stadi e della questione calcio e vaccini: “Al momento considero già un grande risultato la riapertura al 50 per cento. Spero che il contenimento della pandemia possa riportarci alla normalità. Conscio che per alcune realtà possa essere penalizzante e per altre sovradimensionata. Siamo stati i primi con la Nazionale a richiedere il vaccino e a farlo. Il vaccino è l’arma più sicura e veloce per combattere la pandemia”.
A proposito di Nazionale il presidente ha elogiato la squadra di Mancini per la vittoria dell’Europeo: “Gli effetti di questo Europeo li vivremo per parecchio tempo. La vittoria è stata il coronamento di tre anni di lavoro in cui abbiamo gettato le basi di questo rinascimento azzurro. Alla gioia del risultato sportivo si è unita quella di aver regalato emozioni indescrivibili a milioni di italiani che venivano da un anno e mezzo di estrema difficoltà a causa della pandemia. Aver appagato il loro bisogno di felicità, sorrisi e ritorno alla normalità è stato per tutti noi impagabile. Poter esultare al fianco del Presidente della Repubblica rappresenta per me la fotografia dell’impatto del calcio nel nostro Paese. Abbiamo il dovere di salvaguardarlo attraverso una sana gestione del movimento”.
L’Italia si è rilanciata a livello internazionale: “La nostra vittoria ha dato una spinta positiva a tutte le altre discipline a Tokyo. Vanno fatti i complimenti al Coni, al presidente Malagò, agli atleti medagliati e non. I successi raggiunti dall’Italia dimostrano due cose: che lo sport è uno dei settori che funziona meglio e va sostenuto per quello che merita e che quando gli italiani fanno sistema sono capaci di imprese straordinarie, contribuendo a rendere il nostro Paese più forte e credibile anche a livello internazionale. Non abbiamo messo in mostra solo le nostre qualità sul campo, ma anche i nostri valori attraverso messaggi sempre positivi. Questo deve essere un segnale per la nostra dirigenza sportiva e per i nostri club. Dobbiamo sentire la responsabilità che ci viene affidata, avere un approccio più lungimirante legato ad un ruolo di servizio, con meno personalismi e interessi di parte. Il calcio non è attività solo di singoli proprietari di società o di una Federazione, ma appartiene alla collettività”.
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