Non è facile rendere indimenticabile un giorno in cui arriva una netta sconfitta, seppur al cospetto di una grande come al Milan. Ma per qualcuno la serata è stata decisamente da incorniciare e già prima del fischio d’inizio: chiedete a Giulio Maggiore. Si è capito subito il perché: nella serata del ritorno a San Siro, contro quel club che gli ricorda gli anni giovanili, accanto al suo nome nella formazione ufficiale campeggia una C, quella che significa Capitano. Con Mora e Bartolomei in panchina e Terzi squalificato, è proprio Maggiore, figlio di Spezia, a vestire una fascia così importante, in Serie A. Mica roba da niente.
E fa ancora più clamore al momento dello scambio dei gagliardetti: dall’altra parte a tendergli la mano c’è un certo Gigio Donnarumma, più giovane di un anno di Giulio ma già un veterano del Milan. È la partita del futuro: l’uno dei rossoneri, l’altro dello Spezia. E in campo Maggiore si fa sentire, dopo un quarto d’ora è già a reclamare con l’arbitro Serra, che lo allontana con un’occhiataccia. Lui che in quel Milan avrebbe anche potuto giocarci, prima di tornare a casa, la sua vera casa. Un appuntamento, quello con San Siro, che a conti fatti è stato solo rimandato nel tempo, che ieri è tornato prepotentemente di attualità, forte e dirompente come il più bello dei ritorni. E pazienza se alla fine Maggiore e i suoi escono da San Siro con un pesante 3-0 a referto: il 25 sta studiando da capitano, perché leader lo è già.