Due anni fa esordiva nel Gymnastic Tarragona, Serie B spagnola. Oggi è lì a giocarsi la Serie A. Quanta strada che ha fatto Salva Ferrer. Che il calcio sia un’altalena di emozioni ed occasioni è risaputo, ma quelle dirompenti che ora il ragazzo di Martorell sta vivendo sono degne delle migliori avventure, di quelle da assaporare tutte d’un fiato. Ventidue anni, terzino destro, fra i protagonisti della promozione in A delle Aquile, una vita calcistica ancora tutta da scrivere. E l’ambizione, moltissima. Con buona pace di chi lo ha giudicato troppo presto, oppure di chi lo aveva preso come uno dei tanti. Salva è un diesel, lo dicono le sue statistiche e lo dice lui stesso, sin dai tempi dell’Espanyol, che poi tanto lontani non sono: parte piano, magari un po’ in punta di piedi, ma la sua adattabilità e capacità di entrare facilmente nelle idee di gioco dell’allenatore fanno di lui un’arma importantissima da usare in stagione. Messa da parte l’emozione – ancora in Spagna non ci credono che sia lì davvero fra i grandi – oltre a qualche giorno burrascoso di mercato, ora lo spagnolo è ancora più determinato nel tornare a dire la sua.
Non prendete come forzato il suo essere rimasto allo Spezia, non pensate che non abbia la “testa giusta”, tutt’altro. Abbiamo sempre raccontato, sin dagli albori di mercato, di come lui non abbia mai nemmeno accarezzato l’idea di lasciare la maglia bianca, nonostante le dinamiche degli ultimi giorni e un’offerta che, a conti fatti, gli avrebbe portato maggiori benefici. Il suo posto è lì, con la maglia 21 aquilotta addosso, Salva non ha mai avuto dubbi. E pazienza se il primo atto a San Siro non lo ha vissuto nonostante ci tenesse tanto. La strada è lunga, da percorrere alla massima velocità: magari partendo con qualche chilometro di adattamento, proprio come i migliori diesel.