Sulle colonne de La Gazzetta Dello Sport troviamo un approfondimento interessante inerente al minutaggio di gioco in Serie A. Un fattore spesso contestato ai tempi del VAR (ne sanno qualcosa i tifosi spezzini nella gara con la Roma), che potrebbe presto trovare modifiche. Come si legge – infatti – nel nostro campionato si gioca poco, anzi sempre meno ogni settimana. I dati forniti dalla Lega appaiono preoccupanti e sorprendenti: in Milan-Udinese (gara in cui Pioli ha denunciato il poco tempo effettivo) si è giocato 45′ 38” compresi i 6′ di recupero dei due tempi. Non ci vuole molto a calcolare che siamo ben al di sotto della metà dei 90′.
La gara di San Siro non è stata però la peggiore: Genoa-Inter è durata 44’02”, mentre Salernitana-Bologna e Verona-Venezia sono scese sotto i 44′. A fare da contraltare spicca Lazio-Napoli, giocata effettivamente per 57’50”, quasi un’ora. La differenza è abbastanza sconcertante: c’è un gap di quasi il 34%.
Il motivo? Non l’operato arbitrale, visto che i falli fischiati sono maggiori in Lazio-Napoli. La media del campionato si aggira sui 50′ di tempo effettivo giocati e uno dei risvolti evidenti è la gran perdita di tempo in campo. Nell’ultima giornata la media è stata sotto i 47’30”, fra le più basse della stagione.
Che fare? Non pochi problemi sono rappresentati da calciatori a terra per niente, l’attesa nei rinvii, rimesse laterali o calci piazzati, il tempo perso per i cambi, ma anche il VAR e le sue decisioni. Prima dell’avvento della tecnologia era quasi impossibile vedere partite durare meno di 50′: silent check, attese e anche OFR spezzettano il gioco senza possibilità di recuperare. L’introduzione del tempo effettivo secondo la rosea potrebbe diventare un’opportunità: il calcio di oggi non è più una garanzia e anche giocare 30′ a tempo è diventato impossibile.
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