A caccia di una matematica che tolga la paura. È questo il pensiero ricorrente fra i tifosi spezzini e nei corridoi di Via Melara, per una classifica che – lo ribadiamo – non crea assilli alle Aquile. Repubblica dà un nome al sentimento in questione, definendolo “Sindrome Benevento“, visto che proprio i sanniti – a lungo salvi – nello scorso campionato non si mossero più da quota 33 e retrocessero. C’era però un’altra classifica lo scorso anno, oltre ad un’altra quota salvezza. Chiaro che le ultime vittorie di Salernitana e Genoa abbiano alzato un po’ l’asticella, tornando matematicamente a 36-37 punti come lo scorso anno: 3-4 punti, dunque, per restare con la certezza.
Una cosa è certa: partite come quella di Torino, con esperimenti e prestazione sottotono andranno evitate. Inevitabile che la mancanza di diversi titolari abbia creato qualche problema al tecnico, ma un po’ di ordine – si legge – avrebbe fatto comodo a una partita che avrebbe potuto consegnare punti importanti in classifica. La sensazione è che ci sarà ancora da soffrire, con tre grandi match al Picco e la trasferta di Udine: chissà che non sia necessario arrivare proprio fino all’ultimo tuffo prima di esultare… Il principale lavoro ora spetta a Motta, che dovrà rivitalizzare la truppa, recuperando gli assenti e affidandosi ai suoi leader.
BIASIN: “QUOTA 33 DÀ TRANQUILLITÀ”
MELUSO: “SPEZIA GIOCHI COME SE FOSSE NELLA BAGARRE”